Gli Usa piangono Papa Francesco, “campione dei diritti degli immigrati”
I media americani ricordano l’ultimo incontro di Papa Francesco con il vice presidente J. D. Vance – solo poche ore prima della morte del Pontefice – e il suo monito contro le “deportazioni di massa” decise dall’Amministrazione Trump
Gli Usa piangono Papa Francesco, “campione dei diritti degli immigrati”
I media americani ricordano l’ultimo incontro di Papa Francesco con il vice presidente J. D. Vance – solo poche ore prima della morte del Pontefice – e il suo monito contro le “deportazioni di massa” decise dall’Amministrazione Trump
Gli Usa piangono Papa Francesco, “campione dei diritti degli immigrati”
I media americani ricordano l’ultimo incontro di Papa Francesco con il vice presidente J. D. Vance – solo poche ore prima della morte del Pontefice – e il suo monito contro le “deportazioni di massa” decise dall’Amministrazione Trump
Il Papa dei poveri. Così la CNN definisce il Santo Padre, scomparso nel giorno del Lunedì dell’Angelo. Gli Stati Uniti si sono svegliati, infatti, con lo shock della morte di Papa Francesco. Del quale si ricorda l’ultimo doloroso periodo, dopo il ricovero del 14 febbraio al Policlinico Gemelli e la difficile convalescenza.
Di Bergoglio si sottolinea come sia stato il primo Pontefice “non europeo in quasi 1.300”. Ma anche di come, appena poche ore prima, abbia incontrato il Vice Presidente americano. J. D. Vance, infatti, è stato l’ultimo rappresentante di un Governo ad averlo visto in udienza in Vaticano. Come ricorda anche Fox News, più vicina a Donald Trump. Prima del braccio destro dell’attuale Presidente americano, invece, era toccato a Re Carlo con la consorte, la Regina Camilla, poter incontrare il Pontefice. Dalla Casa Bianca è arrivato subito un messaggio ufficiale di cordoglio, tramite la piattaforma X, nel quale si si legge “Rest in Peace”. Accompagnato dalla foto dell’incontro privato tra lo stesso capo della Casa Bianca e dalla moglie Melania. Ricevuti privatamente da Papa Francesco il 24 maggio del 2017.
La stampa statunitense, però, in genere ha riproposto per ore, fin dall’annuncio della morte di Papa Francesco, le immagini di Bergoglio – di cui si ricorda che è stato il primo gesuita a guidare la Chiesa cattolica – con J. D. Vance, recentemente convertito al cattolicesimo. D’altro canto nel mondo cattolico americano, e in particolare tra i vescovi d’Oltreoceano, sono ancora fresche le parole contenuta in un’accorata lettera dello stesso Bergoglio. Appena lo scorso febbraio, infatti, il Santo Padre si rivolgeva ai “fratelli dell’Episcopato” americano, sottolineando il delicato momento vissuto dagli immigrati negli Usa.
“Il viaggio dalla schiavitù alla libertà da parte del popolo di Israele, narrato nell’Esodo, ci invita a guardare la realtà del nostro tempo. Evidenziato in modo chiaro dal fenomeno della migrazione, in un momento così decisivo nella storia”, ammoniva Papa Francesco.
Poi il passaggio più forte della missiva, nella quale oltre a ribadire l’esigenza del rispetto della dignità umana, scriveva: “Ho seguito da vicino la crisi legata all’inizio di un programma di deportazioni di massa”. Per Francesco non si poteva non esprimere un giudizio critico nei confronti di qualsiasi misura che tacitamente o esplicitamente accosta lo stato di migrante illegale a quella di criminale”. Parole nette, quasi un monito alla chiesa americana a non rimanere impassibili di fronte ai recenti provvedimenti. Parole appena smorzate dalla considerazione che “nello stesso tempo, occorre riconoscere il diritto di una nazione a difendere se stessa e la propria comunità da chi ha commesso crimini violenti, sia nel Paese che prima di farvi ingresso”.
Per il Papa “la deportazione di chi in molti casi ha lasciato le proprie terre per motivi di povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o serio deterioramento dell’ambiente, danneggia la dignità di uomini e donne, e di intere famiglie, mettendoli in condizioni di particolare vulnerabilità”. Poi l’invito – forte – alla fraternità e solidarietà, a cui secondo i ben informati Papa Francesco avrebbe esortato ancora nelle scorse ore J. D. Vance.
D’altro canto anche il Washington Post riporta come Bergoglio sia stato il primo Pontefice dell’America latina, che ha aperto le porte della Chiesa cattolica a“everyone, everyone, everyone” (“tutti, tutti, tutti”), distogliendo il dibattito da temi classici come aborto o contraccezione, per concentrarsi invece su urgenze come il cambiamento climatico, l’immigrazione e l’intelligenza artificiale, senza dimenticare il dramma degli abusi sessuali nel mondo del clero. “Il mondo ha perso il campione dei diritti umani degli immigrati”, ricorda ancora il WP, citando un alto esponente del Vaticano.
di Eleonora Lorusso
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