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I boia di Teheran, è record decennale di condanne a morte

Nel corso del 2024 sono state eseguite in Iran almeno 901 condanne a morte, il numero più alto degli ultimi nove anni

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I boia di Teheran, è record decennale di condanne a morte

Nel corso del 2024 sono state eseguite in Iran almeno 901 condanne a morte, il numero più alto degli ultimi nove anni

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I boia di Teheran, è record decennale di condanne a morte

Nel corso del 2024 sono state eseguite in Iran almeno 901 condanne a morte, il numero più alto degli ultimi nove anni

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Nel corso del 2024 sono state eseguite in Iran almeno 901 condanne a morte, il numero più alto degli ultimi nove anni

Nel corso del 2024 l’Iran ha eseguito almeno 901 condanne a morte. Il numero più alto degli ultimi nove anni, in crescita rispetto alle 853 dell’anno precedente. Le esecuzioni sono aumentate con particolare vigore a dicembre, quando i boia del regime sono arrivati a giustiziare 40 persone in una singola settimana. A renderlo noto è un rapporto delle Nazioni Unite, che ha rielaborato i dati raccolti da diverse organizzazioni umanitarie che ritengono più affidabili. Tra queste la Iran’s Human Rights Activists News Agency (Hrana), la Iran Human Rights (Ihr) e la Hengaw (Ong curdo-iraniana).

La maggior parte delle esecuzioni ha punito reati per droga. Ma secondo l’Onu fra queste vittime c’è una quota significativa di dissidenti e persone collegate alle proteste del 2022. Oltre a questo, ad aumentare è il numero di donne giustiziate (31). Il più alto da quando quasi vent’anni fa la Ihr ha iniziato a monitorare l’esecuzione della pena capitale nella Repubblica Islamica. Di queste, 19 condanne a morte sono per omicidio, spesso avvenuto in un contesto di violenza domestica o matrimonio forzato. Per esempio, la Ihr racconta la storia di Leila Ghaemi, colpevole di aver strangolato il marito. Dopo averlo sorpreso a casa mentre violentava la figlia insieme agli amici.

Le altre 12 donne avrebbero commesso reati legati al traffico di droga. Un altro dato è che le condanne hanno colpito in modo sproporzionato le minoranze. La Hengaw ha rilevato che oltre la metà delle 901 esecuzioni ha ucciso persone che facevano parte del mosaico di minoranze etniche dell’Iran (un quinto della popolazione). In particolare curdi (183 persone), turchi (119), baluci (110) e poi laki, gilaki e afghani.

Già ad agosto la missione di ricerca dell’Onu aveva detto che le minoranze etniche e religiose avevano subito in modo sproporzionato la stretta repressiva del 2022. La reazione del regime alle proteste degli iraniani per la morte di Mahsa Amini, la ragazza curda detenuta dalla polizia per non aver indossato correttamente lo hijab. Morta dopo tre giorni di coma per le percosse subite. Infine, la Hrana ha comunicato di avere le prove dell’esecuzione di cinque minorenni.

Tuttavia, queste rivelazioni – che non sono altro che l’ennesima conferma del modus operandi del regime degli ayatollahnon comprometteranno il ruolo dell’Iran all’interno dell’Onu e dei suoi organismi per il rispetto dei diritti umani. Usati da Teheran come palcoscenico internazionale per la sua propaganda contro Israele e l’Occidente. Nel 2023 fece scandalo la nomina di Ali Bahreini, ambasciatore dell’Iran presso l’Onu, incaricato di presiedere il Social Forum del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.

L’anno precedente i boia di Teheran avevano ucciso 553 persone. Nel corso del 2023 ne giustiziarono altre 834 arrivando a rappresentare – in base ai calcoli di Amnesty International – il 74% di tutte le esecuzioni registrate nel mondo durante quell’anno. Anche se da questa nefanda classifica manca la Cina, che secondo Amnesty giustizia segretamente migliaia di persone all’anno.

Contraddizioni che vanno ben oltre l’Onu. L’anno record per il regime infatti è stato il 2015 con almeno 977 esecuzioni. Lo stesso anno in cui a Vienna è stato firmato l’Accordo sul nucleare iraniano, benedetto da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Unione europea. Accordo affossato soltanto nel 2018 con una decisione unilaterale di Donald Trump, che da allora non ha mai smesso di promettere la linea dura contro Teheran.

Di Federico Bosco

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