I cittadini preferiscono il dollaro al bolivar digitale di Maduro
Nell’emergenza il biglietto verde torna sempre utile, amici e parenti dall’estero sanno cosa devono inviare a casa.Difatti circolano due miliardi di frusciante statunitense.
| Esteri
I cittadini preferiscono il dollaro al bolivar digitale di Maduro
Nell’emergenza il biglietto verde torna sempre utile, amici e parenti dall’estero sanno cosa devono inviare a casa.Difatti circolano due miliardi di frusciante statunitense.
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I cittadini preferiscono il dollaro al bolivar digitale di Maduro
Nell’emergenza il biglietto verde torna sempre utile, amici e parenti dall’estero sanno cosa devono inviare a casa.Difatti circolano due miliardi di frusciante statunitense.
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Nell’emergenza il biglietto verde torna sempre utile, amici e parenti dall’estero sanno cosa devono inviare a casa.Difatti circolano due miliardi di frusciante statunitense.
E venne il Bolivar digital, che cacciò il Bolivar soberano, che morse il Bolivar fuerte, che si mangiò il Bolivar, che al mercato sempre poche cose comprò.
Dal 1 ottobre, per la terza volta in tredici anni, in Venezuela è entrata in circolo una nuova moneta, ennesimo tentativo di sterilizzare gli effetti di un’inflazione mai doma: all’inseguimento di prezzi in continua crescita, la Banca centrale era infatti arrivata a stampare biglietti da un milione di soberanos, con una contabilità divenuta giorno dopo giorno sempre più indigesta.
La soluzione è ancora quella di tagliare zeri: sei in meno oggi, per un totale di quattordici zeri tolti dal 2007. Ma per sfidare un’inflazione, che nonostante le picchiate degli ultimi mesi resiste a quattro cifre, questa cura dimagrante non basta.
Serve una politica monetaria chiara, con la regia di istituzioni solide e applaudite dalla gente, non esattamente la merce più diffusa oggi a Caracas. E non basta l’originale maquillage sui nomi del Bolivar: nel 2007 lo si volle fuerte, intonato all’impeto dell’allora presidente Hugo Chavez; nel 2018 divenne sovrano per ricordare agli Usa chi decide in patria; oggi lo si vuole digital, allusione a un suggestivo mondo di commercio solo virtuale, ma in realtà è un Bolivar ancora di moneta e biglietti fruscianti. D’altro canto oggi il vero attore del mercato è il dollaro Usa.
Fino al 2018 averlo in casa era un reato ma poi le cose sono cambiate, anche a causa del blackout più duro di sempre. Era il marzo 2019 e per circa una settimana furono sospesi i pagamenti online, il modo migliore per evitare scippi e aggressioni. I venezuelani hanno iniziato a tirare il biglietto verde fuori dai cassetti, una salvezza per il mercato e una lezione per il futuro.
Per le emergenze il dollaro torna sempre utile, parenti e amici che sempre più numerosi lasciano il Paese sanno cosa devono inviare a casa. Da proibita, la moneta Usa è diventata tollerata e di fatto ha riportato vitalità in diversi comparti dell’economia. Secondo alcune stime oggi nel Paese circolano circa due miliardi cash di dollari, moneta che copre attorno al 60 per cento degli scambi.
Dati che il governo non può eludere, se – come pare – si rimette la moneta estera al margine del sistema. Ma è un problema per chi il dollaro non ce l’ha e che certo non può comprarselo visti i tassi di cambio proibitivi, ulteriore ferita in un sistema pieno di scompensi.
di Raffaele Bertini
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