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I cittadini tedeschi che volevano il golpe

Le analogie tra il tentato colpo di Stato in Germania, i militanti QAnon trumpiani e i sostenitori di Jair Bolsonaro
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I cittadini tedeschi che volevano il golpe

Le analogie tra il tentato colpo di Stato in Germania, i militanti QAnon trumpiani e i sostenitori di Jair Bolsonaro
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I cittadini tedeschi che volevano il golpe

Le analogie tra il tentato colpo di Stato in Germania, i militanti QAnon trumpiani e i sostenitori di Jair Bolsonaro
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Le analogie tra il tentato colpo di Stato in Germania, i militanti QAnon trumpiani e i sostenitori di Jair Bolsonaro
Poco più di un mese fa la stampa internazionale ha scoperto l’esistenza di un tentato colpo di Stato in Germania. La notizia ha monopolizzato le prime pagine dei giornali per poi cadere nel dimenticatoio dopo pochi giorni. Ennesima prova di quanto fosse seria la minaccia. Una maxi-operazione della polizia tedesca ha portato a decine di arresti che vedono coinvolte personalità del mondo politico, militare e giudiziario, tutte riunite attorno alla figura grottesca di Enrico XIII principe di Reuss, nobile decaduto e fervente attivista dell’estrema destra monarchica. Per quanto la premessa sia più che ridicola, il movimento dei Reichsbürger (cittadini del Reich) è un caso interessante dell’estrema destra globale in quanto presenta numerose analogie con realtà più celebri come i militanti QAnon trumpiani e i sostenitori di Jair Bolsonaro, recentemente protagonisti dell’assalto di Brasilia. Abituati ai nostalgici del Terzo Reich, la prima caratteristica che salta all’occhio quando si parla di questo insieme di gruppi è il richiamo al regime che ha preceduto la Repubblica di Weimar: la scelta di dichiararsi seguaci del Secondo Reich ha permesso a questa corrente di esaltati di sfuggire ai processi del dopoguerra e radicarsi in una nicchia che, seppur apparentemente distante dal neonazismo, sposa la causa degli orfani di Hitler. Tratto distintivo dei Reichsbürger è il mancato riconoscimento della Repubblica Federale tedesca. Questa non sarebbe altro che una «creazione artificiale nata dall’occupazione alleata» e perciò priva di qualsiasi legittimità politica e giuridica. Di conseguenza, i cittadini del Reich circolano solo con documenti autoprodotti: patenti, carte d’identità e certificazioni rigorosamente decorate con croci di ferro e aquile prussiane. Una sorta di Predappio perenne. Dalla bizzarra battaglia burocratica degli estremisti tedeschi è nata l’alleanza, più ideale che organica, con le realtà della destra libertaria americana, principalmente nota per i fatti di Capitol Hill. Tra i punti d’incontro più palesi troviamo l’ostilità al governo centrale e la diffusione di teorie complottiste. Un esempio è dato dalle dietrologie sulla guerra in Ucraina, che per il principe di Reuss è stata scatenata dal tentativo russo di recuperare «i computer dei Rockefeller-Rothschild nascosti sotto quello che resta della centrale di Chernobyl». Voli pindarici per arrivare al solito, trito e ritrito complotto giudaico-massonico. Una similitudine meno comica è il ricorso alla violenza. Come nel 2016, quando un militante Reichsbürger si è reso protagonista di un conflitto a fuoco in cui ha perso la vita un agente di polizia in Baviera. Episodi simili s’inseriscono nella scia culminata con il tentato golpe di dicembre, a riprova che anche le macchiette possono rivelarsi pericolose. Di Antonio Pellegrino

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