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I drusi di Israele

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A Majdal Shamsgli, sciiti hanno fatto strage di ragazzini drusi: ma chi sono davvero? Storia di un gruppo religioso che non ha mai goduto di buona stampa

Mirando agli ebrei, gli sciiti hanno fatto strage di ragazzini drusi. In estrema sintesi, è quando è successo a Majdal Shams: villaggio del Golan dove un razzo di Hezbollah si è abbattuto su un campo di calcio, uccidendo 12 giovanissimi tra i 10 e i 16 anni.

Adepti di un gruppo religioso che non fa proseliti e una parte del cui insegnamento è segreta e conosciuta soltanto da un gruppo di ‘iniziati’ pari a non più di un quarto dei fedeli, i drusi hanno avuto per questo a volte cattiva stampa. Ad esempio, nel racconto giallo di Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares “I dodici segni dello Zodiaco”.

I circa 250mila drusi libanesi sono classificati come musulmani e per questo gli otto seggi a loro riservati nell’Assemblea nazionale sono conteggiati tra i 64 su 128 riservati ai musulmani. Nel 1957 i 143mila drusi di Israele chiesero e ottennero dalle autorità di essere considerati separatamente dagli altri musulmani e infatti fanno il servizio militare obbligatorio. E nel 2009 ci fu un record di ben cinque drusi sui 120 deputati della Knesset. Ventitremila di loro vivono però nel Golan; annesso da Israele, ma per la comunità internazionale ancora territorio siriano. E loro si trovano un po’ presi in mezzo tra la posizione anti-siriana ma anche anti-israeliana dei drusi libanesi, la reputazione di primi della classe tra gli arabi israeliani di cui vanno orgogliosi appunto i drusi dello Stato ebraico e il tradizionale appoggio dei 730mila drusi siriani agli Assad. A loro volta membri di quella confessione alawita che ha puntato appunto su un asse delle minoranze con drusi e cristiani contro la maggioranza sunnita.

Col nome derivante dal predicatore egiziano al-Darazi, nati nell’XI secolo da una scissione nello sciismo ismailita, i drusi considerano però loro padre spirituale e fondatore il profeta preislamico Shu’ayb, da essi identificato nel biblico Ietro, il suocero di Mosè. Se le tre grandi ripartizioni islamiche di sunniti, sciiti e kharigiti possono essere equiparate alle divisioni cristiane tra cattolici, ortodossi e protestanti, i drusi – come gli alawiti, gli yazidi iracheni perseguitati dall’Isis o gli ahmadi del Pakistan – potrebbero forse ricordare i mormoni, che nascono nel mondo protestante ma che mettendo accanto alla Bibbia il Libro di Mormon tendono a finire un po’ fuori dal corpo principale del cristianesimo. Allo stesso modo i libri sacri dei drusi sono il Corano e le Lettere della Saggezza, ma considerano con grande venerazione sia la Bibbia sia le opere filosofiche di Platone e di altri filosofi influenzati da Socrate.

Mentre dunque i drusi libanesi si sono affidati al patto tra comunità e in Siria all’alleanza tra minoranze, in Israele hanno puntato decisamente sul nuovo Stato creato nel 1948. Dai 7.617 all’epoca del Mandato britannico di Palestina (1922) e dai 14.500 al momento della nascita di Israele sono nel frattempo decuplicati, arrivando a rappresentare l’1,6% della popolazione e il 7,6% della componente araba. Il 98% di loro è concentrato in diciannove località e il 20% è laureato.

Nelle quattro località druse del Golan soltanto il 10% ha accettato invece la cittadinanza israeliana che è stata offerta. Ma il numero è aumentato dopo lo scoppio della guerra civile siriana. In ogni caso, appunto, Hezbollah spara anche su di loro.

di Maurizio Stefanini

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