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I nordcoreani in Russia

I nordcoreani in Russia

L’arrivo di forza-lavoro nordcoreana in Russia è diventato un fenomeno evidente, anche nei report della seppur guardinga agenzia statistica del Cremlino

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L’arrivo di forza-lavoro nordcoreana in Russia è diventato un fenomeno evidente, anche nei report della seppur guardinga agenzia statistica del Cremlino

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L’arrivo di forza-lavoro nordcoreana in Russia è diventato un fenomeno evidente, anche nei report della seppur guardinga agenzia statistica del Cremlino

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L’arrivo di forza-lavoro nordcoreana in Russia è diventato un fenomeno evidente, anche nei report della seppur guardinga agenzia statistica del Cremlino

L’arrivo di forza-lavoro nordcoreana in Russia è diventato un fenomeno evidente, anche nei report della seppur guardinga agenzia statistica del Cremlino. Per i moscoviti che la capitale l’attraversano in lungo e in largo tutti i giorni non è una sorpresa. Si sono ormai abituati a vederli, i giovani maschi nordcoreani nelle strade, in attesa di prendere la metropolitana la mattina, nei baretti che propongono menù di cibi orientali la sera. 

I dati mostrano che il numero di nordcoreani entrati in Russia è nettamente cresciuto nel primo semestre.

Un totale di 2.508 nordcoreani è entrato in Russia da gennaio a giugno di quest’anno, il numero più dalla prima metà del 2020, ma ancora al di sotto della media di circa 5.000 per trimestre prima della pandemia, secondo gli ultimi dati rilasciati dal Servizio di sicurezza federale russo (FSB).

Il numero di visitatori della Repubblica Democratica Popolare di Corea è più che raddoppiato, passando da 812 nel primo trimestre a 1.696 nel secondo trimestre, mentre è appena inferiore a 1.877 nel primo trimestre del 2020, cioè prima dell’inizio del lockdown pandemico.

Nel frattempo, 2.657 russi sono entrati in Corea del Nord nei primi sei mesi dell’anno.

Chris Monday, ricercatore di economia russa presso l’Università di Dongseo, ha affermato che i dati dell’FSB contengono “informazioni preziose sulle tendenze generali”, ma ha espresso scetticismo sul fatto che siano davvero completi. Anzi il numero è nettamente superiore visto che il governo russo ha tutto l’interesse a far entrare gli operai e anche i potenziali “volontari” da spedire a combattere in Ucraina, illegalmente. Spesso via mare ma anche per mezzo di torpedoni. I numeri forniti possono essere tranquillamente moltiplicati per dieci ci conferma un funzionario di polizia che intende restare anonimo: “I funzionari russi saranno riluttanti a riferire sui nordcoreani che lavorano illegalmente in Russia. Non riferiranno di alcuna attività [o visita] nordcoreana legata a questioni militari”.

Monday, da parte sua, conferma che i dati probabilmente “oscurano il fatto che molti nordcoreani lavorano in Russia e Bielorussia illegalmente”, avvertendo che Mosca potrebbe smettere di pubblicare tali statistiche se queste implicano il Cremlino nella violazione di sanzioni, come quelle sui lavoratori d’oltremare della Corea del Nord.

L’esperto ha valutato che i nordcoreani che si sono recati in Russia per “lavoro” erano probabilmente funzionari o diplomatici, ma ha detto che il gruppo più interessante è quello dei “transitati”, che potrebbe riferirsi a “nordcoreani diretti in Bielorussia o nelle parti occupate dell’Ucraina”. La mobilitazione di buona parte della gioventù russa nello sforzo bellico ha creato un deficit di forza-lavoro che la Corea può in parte coprire a prezzi di saldo (un operaio coreano in Russia è disposto a lavorare per l’equivalente di in rubli di 100 dollari al mese più i pasti e un posto letto contro i 600-700 di un russo, un volontario nell’esercito russo 250 dollari contro gli ormai 5000 di un russo).  Già nel 2018 quando la Russia dovette completare in tempi da record lo Stadio Spartak per l’inizio dei mondiali di calcio, fece uso massiccio di manodopera coreana. Alcuni lavoratori purtroppo morirono nei cantieri perché sottoposti a ritmi di lavoro forsennati.

Si tratterebbe perlopiù di specialisti militari russi addetti all’addestramento di soldati coreani. 

Anche la Russia ha inviato diversi voli non annunciati verso la Corea del Nord negli ultimi mesi, con un Il-62M RA-86561 dell’aeronautica militare russa che ha volato da Vladivostok a Pyongyang il 4 agosto scorso, secondo Flightradar24. Si tratterebbe perlopiù di specialisti militari russi addetti all’addestramento di soldati coreani e al controllo della qualità dei missili che il regime comunista asiatico vende a Mosca. 

Insomma, sembra che l’“Internazionale Euroasiatica anti-Occidentale”, tanto agognata da Putin, stia facendo i primi passi concreti, reclutando maestranze mansuete, pronte all’estremo sacrificio per la gloria dei “comuni obiettivi”.

di Yurii Colombo

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