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Il buco nell’acqua di Trump con Putin

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Nella notte italiana, Donald Trump e Vladimir Putin si sono parlati per tre ore e poi hanno tenuto una surreale conferenza stampa in cui ci si è scambiati complimenti, mentre all’Ucraina sono stati riservati pochi e ripetitivi concetti. Un buco nell’acqua grande quanto l’Alaska

Il buco nell’acqua di Trump con Putin

Nella notte italiana, Donald Trump e Vladimir Putin si sono parlati per tre ore e poi hanno tenuto una surreale conferenza stampa in cui ci si è scambiati complimenti, mentre all’Ucraina sono stati riservati pochi e ripetitivi concetti. Un buco nell’acqua grande quanto l’Alaska

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Il buco nell’acqua di Trump con Putin

Nella notte italiana, Donald Trump e Vladimir Putin si sono parlati per tre ore e poi hanno tenuto una surreale conferenza stampa in cui ci si è scambiati complimenti, mentre all’Ucraina sono stati riservati pochi e ripetitivi concetti. Un buco nell’acqua grande quanto l’Alaska

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Tanto rumore e tanti salamelecchi, per nulla.
Nella notte italiana, Donald Trump e Vladimir Putin si sono parlati per tre ore e poi hanno tenuto una surreale conferenza stampa in cui ci si è scambiati complimenti, metaforiche pacche sulle spalle e parole al miele nell’interesse dei rispettivi Paesi, mentre all’Ucraina sono stati riservati pochi e ripetitivi concetti e l’annuncio da parte di Putin di un misterioso accordo che – capolavoro… – Trump ha poi smentito poco dopo, riconoscendo che semplicemente un accordo non c’è. “Passi in avanti” sì, accordo no.

Detta in estrema sintesi: un buco nell’acqua grande quanto l’Alaska.

Il buco nell’acqua: nessuna vera informazione destinata agli alleati

A cominciare dagli europei – sempre brutti, sporchi e cattivi, nella narrazione dello zar – nessuno deve disturbare i due leader al lavoro per la pace (quale??), Trump dice che mancherebbero solo pochi dettagli, ma ancora una volta non sappiamo quali.

Ripetiamo: tutto surreale, considerato che i due hanno subito dopo salutato la compagnia rifiutando di rispondere alle domande.
Quelle sulle vittime civili che i giornalisti hanno cercato di porre più volte a Putin sono state ignorate con un atteggiamento da bullo del presidente russo a cui Trump non ha saputo opporre nulla. Anzi.

Siamo convinti che la storia saprà giudicare anche questo.

Del resto, cosa aspettarsi da un vertice in cui si deve discutere di un’ipotetica tregua a una guerra durata tre anni e mezzo e che vede l’aggressore accolto in pompa magna, fanfare, sorvoli di cacciabombardieri, tappeti rossi, vigorose strette di mano e pure con un entusiastico applauso di Donald Trump allo zar che più tardi l’account ufficiale della Casa Bianca ha pudicamente fatto sparire?

L’Ucraina inesistente

Quanto all’aggredito non è stato neppure invitato. Diciamola tutta, anzi ripetiamola: bastava e avanza questo a far venire l’orticaria a chiunque voglia conservare almeno un po’ di decenza morale.
Sappiamo perfettamente a quanti, anche in Italia, piaccia questa manifestazione di forza, questa tracotanza, quanti si riempiano la bocca di “diplomazia“ che null’altro sarebbe se non la certificazione dei puri rapporti di forza.

Come aver regalato a Vladimir Putin, in cambio di nulla perché nulla può dare, una patente di rispetto da parte del Presidente degli Stati Uniti d’America che non è nell’ordine delle cose, non è nell’interesse nazionale statunitense e non è – anche facendo professione di cinismo – minimamente utile ai futuri assetti geopolitici immaginati da Trump.

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