Il Cremlino e il complotto Cia-Mossad-Ucraina
In Russia la pausa nella campagna propagandistica contro Ucraina e Usa è durata solo 24 ore, il tempo di far passare la giornata di lutto nazionale. E ora tornano i complotti
Il Cremlino e il complotto Cia-Mossad-Ucraina
In Russia la pausa nella campagna propagandistica contro Ucraina e Usa è durata solo 24 ore, il tempo di far passare la giornata di lutto nazionale. E ora tornano i complotti
Il Cremlino e il complotto Cia-Mossad-Ucraina
In Russia la pausa nella campagna propagandistica contro Ucraina e Usa è durata solo 24 ore, il tempo di far passare la giornata di lutto nazionale. E ora tornano i complotti
In Russia la pausa nella campagna propagandistica contro Ucraina e Usa è durata solo 24 ore, il tempo di far passare la giornata di lutto nazionale. E ora tornano i complotti
Mosca – La pausa nella campagna propagandistica russa contro l’Ucraina e gli Stati Uniti, accusati di essere i mandanti della cellula assassina dell’Isis che venerdì sera ha ucciso oltre 130 persone inermi al Crocus City Hall di Mosca, è durata solo 24 ore: il tempo di far passare la giornata di lutto nazionale proclamata in tutto il Paese dopo il vile attentato. Ma già da ieri sono tornati a battere i tamburi di guerra.
Elena Karaeva sostiene su “Ria Novosti” che esista un fantomatico «Califfato ucraino» finanziato dagli Stati Uniti. Karaeva parla senza portare alcuna prova né indizio del «reclutamento di autori di attentati terroristici in pieno svolgimento a Kiev, dove specialisti della logistica lavoravano alacremente a produrre passaporti falsi e altri documenti. Allo stesso modo si creano connessioni e si alimentano quei gruppi fondamentalisti che possono soggiornare ovunque, anche in Asia Centrale. Sono stati anche stabiliti dagli ucraini collegamenti con gli islamisti siriani che conducevano la guerra contro la Damasco ufficiale». Per l’autrice la Cia si sarebbe però ultimamente così impoverita da poter gestire con il complice ucraino soltanto un attentato in economia: «Ecco perché gli assassini di decine di persone al Crocus sono stati assunti tra la feccia umana che ha ricevuto una miseria per una carneficina di massa… Terrore di origine ucraina, con tanto di marchio e sigillo? Oggi non abbiamo il minimo dubbio su questo».
Nel delirio antioccidentale con toni da propaganda goebbelsiana naturalmente non possono mancare le ipotesi che conducono direttamente a Tel Aviv. Il filosofo Alexander Dugin, vicino a Vladimir Putin e noto per i suoi rapporti con le galassie neonaziste europee, parla apertamente di pista israeliana e di coinvolgimento del Mossad: «Nella ricerca del mandante, e quindi dell’oggetto della vendetta promessa dal nostro presidente per l’orribile attacco terroristico al Crocus, non vanno scartate ipotesi a priori. Ad esempio la vendetta dei sionisti per la posizione della Federazione Russa su Gaza e, di conseguenza, la pista del Mossad che, di fatto, ha stretti contatti con l’Isis. In passato gli israeliani sono riusciti a stringere un accordo segreto con l’Isis in Siria e hanno finanziato gli islamisti contro Assad». In attesa quindi che lo ‘zar’ torni a parlare, fioriscono le accuse contro i più vari capri espiatori, tra cui il più classico: quello ebraico.
In queste ore circola la voce che il neoeletto presidente russo sia incerto sul da farsi. I sondaggi dicono che purtroppo la maggioranza dei russi non sarebbe contraria a massicci attacchi terroristici sulle grandi città ucraine, a quell’‘occhio per occhio’ promesso da Dmitry Medvedev già venerdì sera contro «i criminali di Zelensky». Tuttavia Putin vorrebbe agganciare questa operazione a una più ampia offensiva terrestre per realizzare nuove conquiste territoriali. In questo caso una nuova mobilitazione si presenterebbe però lunga, complessa e non priva di insidie. In caso di mobilitazione il sostegno – soprattutto fra i giovani maschi delle grandi città – potrebbe infatti rapidamente scemare, rendendo ancora più complicato il quadro dell’avventura in Ucraina.
di Yurii Colombo
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