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Jennifer Morgan inviata speciale

Il governo tedesco viene accusato di cedere al lobbismo

Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha nominato inviato speciale per la politica internazionale sul clima Jennifer Morgan, direttrice di Greenpeace. Una scelta che ha scatenato immediate polemiche.
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Il governo tedesco viene accusato di cedere al lobbismo

Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha nominato inviato speciale per la politica internazionale sul clima Jennifer Morgan, direttrice di Greenpeace. Una scelta che ha scatenato immediate polemiche.
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Il governo tedesco viene accusato di cedere al lobbismo

Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha nominato inviato speciale per la politica internazionale sul clima Jennifer Morgan, direttrice di Greenpeace. Una scelta che ha scatenato immediate polemiche.
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Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha nominato inviato speciale per la politica internazionale sul clima Jennifer Morgan, direttrice di Greenpeace. Una scelta che ha scatenato immediate polemiche.
Berlino – Nello stesso giorno in cui si districava fra le macerie dell’Ucraina orientale, lungo la linea del fronte che separa ucraini e milizie separatiste, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock nominava inviato speciale per la politica internazionale sul clima Jennifer Morgan, la direttrice di Greenpeace. Una scelta che ha scatenato immediate polemiche sull’opportunità di affidare a una lobbista dell’ambientalismo il ruolo che, ad esempio, Joe Biden ha affidato a un politico navigato come John Kerry e l’Italia a un diplomatico esperto come Alessandro Modiano. Morgan, statunitense, classe 1966, è alla guida di Greenpeace dal 2016 ma nel suo curriculum formativo ci sono studi e competenze che ne qualificano il ruolo in un Ministero degli Esteri. Ha studiato scienze politiche e germanistica a Bloomington, quindi relazioni internazionali a Washington. L’impegno per l’ambiente è arrivato più tardi, nel 1994, quando venne incaricata di guidare la sezione americana di una Ong, il Climate Action Network, e più tardi il Global Climate Change Program del Wwf. Il fatto che sia di nazionalità statunitense è al momento il minore dei problemi: Morgan vive da venti anni a Berlino, parla discretamente il tedesco e non le sarà difficile passare a breve l’esame per la naturalizzazione. Le polemiche sono tutte politiche. E in un Paese già imbarazzato dall’ingombrante commistione tra affari e politica evidenziata in queste settimane da una figura come Gerhard Schröder, proprio su questioni delicate come politica estera ed energetica, il passaggio di una persona pur competente dal mondo del lobbismo a quello della politica pone questioni di opportunità. Come capo di Greenpeace, ad esempio, Morgan aveva espresso critiche durissime sull’accordo raggiunto dai leader mondiali alla Cop 26 di Glasgow, giudicandolo un ennesimo piano poco serio. «Si pone innanzitutto una domanda sull’integrità» scrive il settimanale progressista “Der Spiegel” «e su come si possa agire in maniera indipendente, se si è stati alla guida di un’organizzazione lobbistica». Palla facile per la “Bild”, il tabloid popolare conservatore, che parla di «trasparente politica lobbistica» e si chiede ironicamente se al Ministero dei Trasporti verrà nominato il capo dell’Aci tedesca. Ma Baerbock va dritta per la sua strada, sicura che Morgan, grazie anche alla sua riconosciuta capacità di tessere rapporti personali, sarà il tassello indispensabile per dare corpo a quella politica estera climatica al centro del suo programma ministeriale: il club del clima composto da Paesi pionieri nella conversione dei propri apparati industriali alla neutralità climatica, accordi internazionali sui trasferimenti tecnologici, cooperazioni bilaterali per accelerare sulle energie rinnovabili. E alle accuse di lobbismo i Verdi non faranno fatica a ribattere evidenziando come oggi il confine fra politica, società e mondo economico e degli affari sia ovunque molto sottile. Magari, come fa lo “Spiegel”, ricordando gli anni di Friedrich Merz, oggi leader dell’opposizione cristiano-democratica, alla guida del dipartimento tedesco della più grande società mondiale di investimento Blackrock.   di Pierluigi Mennitti

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