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Il libraio di Gerusalemme

Mahmoud Muna, conosciuto come “il libraio di Gerusalemme”, arrestato dalla polizia israeliana per disturbo dell’ordine pubblico

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Mahmoud Muna, conosciuto come “il libraio di Gerusalemme”, arrestato dalla polizia israeliana per disturbo dell’ordine pubblico

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Mahmoud Muna, conosciuto come “il libraio di Gerusalemme”, arrestato dalla polizia israeliana per disturbo dell’ordine pubblico

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Mahmoud Muna, conosciuto come “il libraio di Gerusalemme”, arrestato dalla polizia israeliana per disturbo dell’ordine pubblico

Gerusalemme – Mahmoud Muna, conosciuto come “il libraio di Gerusalemme”, e suo nipote Ahmad sono stati detenuti domenica scorsa dalla polizia israeliana con l’accusa di disturbo dell’ordine pubblico. La notizia ha fatto subito il giro del mondo. E probabilmente grazie alla pressione internazionale, Mahmoud e Amhad sono stati rilasciati martedì, dovendo però scontare la pena di cinque giorni ai domiciliari.

Il giorno dell’arresto, la polizia israeliana ha fatto irruzione nella nota e storica libreria di Mahmoud Muna. “Educational Bookshop” si trova sulla Salah al-Din, una delle vie principali di Gerusalemme Est. Gli agenti hanno rovistato fra i libri alla ricerca di materiale di propaganda. La libreria, dove si può bere un caffè e sedersi al computer con wi-fi gratuito, vende principalmente libri in inglese, specializzandosi nel conflitto israelo-palestinese. Per questo motivo è diventata un luogo apprezzato da giornalisti stranieri e dal personale delle Ambasciate e delle Nazioni Unite.

I libri chiamati in causa sono per lo più gli stessi che si possono comprare in qualsiasi libreria in Israele. Come “Gaza in Crisis” di Noam Chomsky e Ilan Pappé, e “Wall and Piece” su Banksy, noto sostenitore della causa palestinese. Un libro in particolare ha però causato dei problemi per Muna. Un album da colorare per bambini in inglese, intitolato “From the River to the Sea”. In una pagina c’è una donna con in braccio un bambino, che ricorda la Madonna con Gesù, con la scritta «La Palestina sarà libera».

In un’altra c’è la definizione di Intifada: «In arabo, Intifada significa insorgere contro l’oppressione. Significa resistere alle persecuzioni. I palestinesi si ribellano contro i loro occupanti da decenni. La prima Intifada ebbe luogo tra il 1987 e il 1993. La seconda Intifada ha avuto luogo tra il 2000 e il 2005. La lotta palestinese per la giustizia e la libertà continua oggi ed è una lezione per tutti noi. Questa illustrazione è ispirata ai coraggiosi giovani palestinesi, come Ahed Tamimi, che ogni giorno si oppongono all’oppressione israeliana». Qualche giorno prima la libreria aveva anche organizzato la presentazione di un libro di Jeff Halper, antropologo israelo-americano, intitolato “Decolonizzare Israele, liberare la Palestina”.

Fortunatamente, in Israele non c’è una legge per la censura. Questi libri venduti da Muna possono peró costituire istigazione all’odio? È questa la domanda che si è fatta la polizia. Conosco Muna e la sua famiglia da anni. Frequento sia l’“Educational Bookshop” sia l’altra sua libreria all’interno del lussuoso albergo American Colony, a Gerusalemme Est.

Uno dei suoi fratelli lavora come amministratore di un elegante palazzo nel centro di Gerusalemme ed è amato da tutti i condomini israeliani, che si affidano a lui per qualsiasi problematica. Mahmoud Muna è un nazionalista palestinese di sinistra, le cui idee non sono diverse da quelle di molti israeliani liberal. Nella sua libreria ospita libri di molti scrittori ebrei come Yossi Klein Halevi ed è sempre aperto al dialogo. In un periodo di guerra una delle grandi sfide di Israele appare quindi essere quella di proteggere la libertà di espressione, per non diventare come tutti gli altri Paesi del Medio Oriente.

Di Anna Mahjar-Barducci

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