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Il nodo Abedini, le prossime tappe

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Con la liberazione di Cecilia Sala si torna a parlare del rilascio di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano arrestato il 16 dicembre su mandato degli Usa

Il nodo Abedini, le prossime tappe

Con la liberazione di Cecilia Sala si torna a parlare del rilascio di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano arrestato il 16 dicembre su mandato degli Usa

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Il nodo Abedini, le prossime tappe

Con la liberazione di Cecilia Sala si torna a parlare del rilascio di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano arrestato il 16 dicembre su mandato degli Usa

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Mohammad Abedini, l’uomo dei droni del regime degli ayatollah, potrebbe essere liberato? Di certo sappiamo che Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata in Iran il 19 dicembre scorso, era tenuta in ostaggio per impedire l’estradizione negli Stati Uniti dell’ingegnere iraniano, fermato a Malpensa tre giorni prima. Ora che Sala torna in Italia ci si chiede, in cambio, cosa il nostro Paese abbia offerto a Teheran.

In un primo momento si parlava di un doppio rilascio: Sala tornava in Italia e Abedini in Iran. L’arrivo del ministro della Giustizia Nordio a Palazzo Chigi sembrava legato alla questione. Ma poi è arrivata la smentita: in agenda c’era tutt’altro.

Al momento, quindi, la data da segnare sul calendario resta il 15 gennaio. Quel giorno i giudici della corte d’appello di Milano decideranno se concedere ad Abedini gli arresti domiciliari (attualmente è detenuto nel carcere di Opera). In attesa che da oltreoceano arrivi la documentazione, ancora non pervenuta, necessaria per concedere l’eventuale estradizione.

Proprio su quest’ultimo punto si sarebbe giocata la partita diplomatica del governo italiano. Che, stando a ricostruzioni e indiscrezioni, avrebbe garantito a Teheran di opporsi al trasferimento di Abedini negli Stati Uniti. Opposizione già comunicata da Giorgia Meloni al futuro presidente Donald Trump nel corso della sua visita lampo a Mar-a-Lago, che tra pochi giorni (il 20 gennaio) succederà a Joe Biden.

Se i giudici voteranno a favore dei domiciliari, il fascicolo dell’estradizione resterà aperto finché (è l’ipotesi) la nuova presidenza non revocherà la richiesta. Ma la nostra Procura generale ha invitato la magistratura a lasciare in carcere Abedini. In quel caso solo il ministro Nordio potrebbe decidere di rilasciare l’ingegnere. Facendolo annullerebbe di fatto l’intero procedimento: non sarebbe una scarcerazione, ma una liberazione in tutto e per tutto.

C’è poi la terza opzione: l’imprevedibile. Nordio (e con lui il governo tutto) potrebbe decidere di chiudere la partita prima, liberando Abedini senza attendere il 15 gennaio. In questo caso l’Italia si attirerebbe le ire di Washington, ma avrebbe comunque centrato il proprio obiettivo: riportare a casa Cecilia Sala.

Di Umberto Cascone

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