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Gogne mediatiche Usa

Il rischio manettaro degli Usa

Le tre gogne mediatiche Usa nell’anno 2024 delle sue elezioni presidenziali e in tempi di guerre, dall’Ucraina al Medio Oriente

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Il rischio manettaro degli Usa

Le tre gogne mediatiche Usa nell’anno 2024 delle sue elezioni presidenziali e in tempi di guerre, dall’Ucraina al Medio Oriente

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Il rischio manettaro degli Usa

Le tre gogne mediatiche Usa nell’anno 2024 delle sue elezioni presidenziali e in tempi di guerre, dall’Ucraina al Medio Oriente

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Le tre gogne mediatiche Usa nell’anno 2024 delle sue elezioni presidenziali e in tempi di guerre, dall’Ucraina al Medio Oriente

Non è una questione di impunità, il tema più caro ai populisti di tutto il mondo, uniti quando si parla dei rapporti fra politica e giustizia. Nessuno vuole che i potenti, se giudicati colpevoli (nelle garanzie che uno Stato di diritto prevede), la facciano franca. È una questione di tempismo, di coincidenze e di opportunità. Di libertà. L’America che – per noi cresciuti, come chi scrive, nel mito degli Usa – è l’ontologia realizzata della democrazia possibile su questa Terra complicata ma bellissima, non può assistere nell’anno 2024 delle sue elezioni presidenziali (in tempi di guerre, dall’Ucraina al Medio Oriente) a tre gogne mediatiche.

La prima per Donald Trump, il cattivo per i democratici e l’eroe per quei repubblicani che lo amano, in corsa contro il democratico Joe Biden, presidente uscente. La seconda per Hunter, il figlio di Biden, oggi all’onore delle cronache come il bimbo cattivo del presidente buono o perlomeno non trumpiano. La terza per Steve Bannon, di cui non condividiamo una virgola ma perché metterlo all’indice della colpa proprio nell’anno del voto? In questo filotto, dove la giustizia incalza – in maniera diretta o indiretta – gli attori politici, il tema non è l’impunità. Nessuno è al di sopra della legge. Il tema è la coincidenza. Vista dall’Italia, questa America ci ricorda il Belpaese del 1992. Quello che unì un aggettivo morale alle mani: pulite. Ci auguriamo di sbagliare e che la libertà ci preservi gli Stati Uniti d’America.

Di Jean Valjean

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