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Governo ucraino Mosca

Terremoto nel governo ucraino visto da Mosca

Diversi membri del governo in queste ore hanno presentato le loro dimissioni. Si tratta, tra l’altro, di tutti portafogli strategici

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Terremoto nel governo ucraino visto da Mosca

Diversi membri del governo in queste ore hanno presentato le loro dimissioni. Si tratta, tra l’altro, di tutti portafogli strategici

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Terremoto nel governo ucraino visto da Mosca

Diversi membri del governo in queste ore hanno presentato le loro dimissioni. Si tratta, tra l’altro, di tutti portafogli strategici

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Diversi membri del governo in queste ore hanno presentato le loro dimissioni. Si tratta, tra l’altro, di tutti portafogli strategici

Mosca – Se non è un terremoto politico quello che si sta consumando a Kiev in queste ore, poco ci manca. Questa mattina il portavoce del parlamento ucraino, Ruslan Stefanchuk, ha annunciato di aver ricevuto una lettera di dimissioni dal Ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba.

L’addio del plenipotenziario ucraino si è consumato dopo che ieri altri cinque membri del governo avevano presentato le loro dimissioni. Si tratta, tra l’altro, di tutti portafogli strategici: hanno lasciato il loro incarico il ministro delle Industrie strategiche Oleksandr Kamyshyn, il ministro della Giustizia Denys Malyushka e il ministro della Protezione dell’ambiente e delle risorse naturali Ruslan Strelets. Si sono dimessi anche due viceministri del governo: il vice primo ministro per l’integrazione europea Olha Stefanyshyna e il vice primo ministro e ministro per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati Irina Vereshchuk, nota anche ai telespettatori italiani come una delle “pasionarie” del gabinetto Zelensky nei primissimi mesi di guerra. Oltre a loro, il vice capo dell’ufficio presidenziale, Rostyslav Shurma, è stato licenziato con un decreto di Zelensky a perfino il capo del fondo immobiliare statale, Koval, ha lasciato il suo posto.

Per capire l’importanza della dipartita Kuleba, basta leggere la sua biografia. Classe 1981, Kuleba, proviene da Sumy, nel nord-est del Paese. È figlio d’arte ed entrò a lavorare nella diplomazia ucraina già nel 2003. Dal 2014 si era occupato di introdurre aspetti della diplomazia digitale e della comunicazione strategica nel lavoro nel ministero e nel marzo 2020, infine, era stato nominato Ministro degli Affari esteri.

Già da molti mesi il ministro aveva iniziato insistentemente a incolpare l’Occidente per i fallimenti delle forze armate ucraine. Kuleba ha sottolineato più volte, e pubblicamente, come il successo delle operazioni militari ucraine dipendesse in larga misura dalla prontezza e dalla determinazione dei partner occidentale e questo potrebbe averlo reso inviso soprattutto a quelle cancellerie europee che guardano con crescente scetticismo alla scelta strategica di difendere l’Ucraina come elemento decisivo per difendere l’Europa nel suo complesso.

Allo stesso tempo, anche nell’amministrazione Usa, sono cresciute la perplessità sul fatto che Kuleba con il suo “NATO-centrismo” possa essere l’uomo giusto per allargare le maglie della tiepidezza dell’Asia e del “Sud Globale” nei confronti delle rivendicazioni ucraine. I suoi viaggi in Cina e in India, del resto, non hanno prodotto risultati in questo senso mentre un gigante del continente americano come il Brasile resta rigidamente equidistante nella guerra d’invasione iniziata da Putin nel febbraio 2022.

Ma un rimpasto che coinvolgerà alla fine quasi il 50% dello staff governativo non può essere legato alla, pur importante, dimensione della politica estera ucraina.

Per fare un raffronto con il mondo del football, potremmo dire che anche in questo caso di fronte a una crisi o dissapori all’interno di una squadra è di prammatica, piaccia o no, che a fare le valigie, non sia mai il presidente ma il tecnico e i suoi collaboratori.

Uno dei bandoli della matassa comunque resta il carattere più o meno strategico dell’offensiva a Kursk. Il presidente Zelensky ha dichiarato ieri in un’intervista con l’americana “NBC” che le forze ucraine stanno “concettualmente” pianificando di mantenere il territorio dell’oblast per un periodo di tempo non specificato, ma non ha offerto ulteriori dettagli sugli obiettivi dell’Ucraina per l’incursione a causa di preoccupazioni sulla sicurezza operativa. Tuttavia è chiaro che se l’offensiva di Kursk si dimostrasse solo una diversione, seppur di ampie proporzioni, la credibilità internazionale di Zelensky potrebbe ridursi drasticamente. In questo senso, le dimissioni imposte a buona parte del governo in queste ore rappresenterebbero una sterzata per provare a rendere più effettive le scelte fatte negli ultimi mesi dal presidente ucraino, si sussurra tra gli analisti moscoviti.

Del resto sebbene l’incursione ucraina nell’Oblast di Kursk sembri avere un forte impatto sulle forze armate russe, è probabile che l’incursione non abbia ancora fatto recedere Putin dal suo piano strategico complessivo. Secondo l’americano “Institute Study of War”, “Putin resta convinto che la Russia possa lentamente e indefinitamente sottomettere l’Ucraina attraverso progressi graduali e che possa raggiungere i suoi obiettivi attraverso una guerra di logoramento”.

E purtroppo a breve, mentre si avvicina la stagione invernale, i ripetuti attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine potrebbero portare a una nuova amara stagione di privazioni per il popolo ucraino, mentre come si afferma da più parti solo l’invio di armi occidentali a più lunga gittata potrebbero aiutare efficacemente Kiev a proteggere il suo popolo dagli indiscriminati bombardamenti di Mosca.

di Yurii Colombo

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