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Il veleno su un tentativo di dialogo

L’oligarca russo Roman Abramovich e alcuni componenti della delegazione ucraina incontrata ai primi di marzo per trattative di pace a Kiev avrebbero accusato sintomi di avvelenamento. Il veleno è nella storia tragica del potere, un mezzo per eliminare avversari e concorrenti.
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Il veleno su un tentativo di dialogo

L’oligarca russo Roman Abramovich e alcuni componenti della delegazione ucraina incontrata ai primi di marzo per trattative di pace a Kiev avrebbero accusato sintomi di avvelenamento. Il veleno è nella storia tragica del potere, un mezzo per eliminare avversari e concorrenti.
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Il veleno su un tentativo di dialogo

L’oligarca russo Roman Abramovich e alcuni componenti della delegazione ucraina incontrata ai primi di marzo per trattative di pace a Kiev avrebbero accusato sintomi di avvelenamento. Il veleno è nella storia tragica del potere, un mezzo per eliminare avversari e concorrenti.
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L’oligarca russo Roman Abramovich e alcuni componenti della delegazione ucraina incontrata ai primi di marzo per trattative di pace a Kiev avrebbero accusato sintomi di avvelenamento. Il veleno è nella storia tragica del potere, un mezzo per eliminare avversari e concorrenti.
Dalle morti sospette di alcuni papi all’avvelenamento di Aleksandr Litvinenko, ex agente dei servizi segreti russi, il veleno è nella storia tragica del potere – e la Russia ne sa qualcosa – un mezzo per eliminare avversari e concorrenti. Per questo (ma non solo) lascia sgomenti la notizia diffusa ieri dall’agenzia Bloomberg sull’oligarca russo Roman Abramovich che avrebbe accusato i sintomi di un avvelenamento assieme ai componenti della delegazione ucraina incontrata ai primi di marzo per trattative di pace a Kiev. Perché porta il veleno del veleno sulle vie possibili di una discussione di pace. Il “Wall Street Journal”, che ha ripreso la notizia, nota che fra i sintomi riscontrati c’erano «occhi rossi, desquamazione della pelle sul viso e sulle mani» ma, per fortuna, le condizioni di salute delle persone colpite sarebbero migliorate senza che nessuno sia finito in pericolo di vita. Il presidente Zelensky, che pure aveva incontrato Abramovich, non ha invece riscontrato alcun problema di intossicazione. In attesa di saperne di più ed escludendo un tentativo di suicidio di Abramovich e della delegazione ucraina, la domanda è: a chi giova? Gli esperti ritengono sia difficile determinare se i sintomi siano dovuti ad agenti chimici o biologici. Visto il precedente dell’avvelenamento di Litvinenko, conclusosi con la sua morte, adesso si tratta di capire chi abbia provato a fare il Borgia per intossicare sul nascere quello che, con tutti i suoi limiti, poteva comunque rappresentare un tentativo di dialogo.   di Jean Valjean

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