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Incubo Shanghai, viaggio tra chi chiude lo scarico del WC

Come è iniziato il lockdown a Shanghai e quali sono le regole ferree del Governo per evitare il diffondersi del virus? I controlli, i tamponi, i gruppi d’acquisto ma anche quella caccia alle streghe di un popolo anestetizzato dalla disinformazione.
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Incubo Shanghai, viaggio tra chi chiude lo scarico del WC

Come è iniziato il lockdown a Shanghai e quali sono le regole ferree del Governo per evitare il diffondersi del virus? I controlli, i tamponi, i gruppi d’acquisto ma anche quella caccia alle streghe di un popolo anestetizzato dalla disinformazione.
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Incubo Shanghai, viaggio tra chi chiude lo scarico del WC

Come è iniziato il lockdown a Shanghai e quali sono le regole ferree del Governo per evitare il diffondersi del virus? I controlli, i tamponi, i gruppi d’acquisto ma anche quella caccia alle streghe di un popolo anestetizzato dalla disinformazione.
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Come è iniziato il lockdown a Shanghai e quali sono le regole ferree del Governo per evitare il diffondersi del virus? I controlli, i tamponi, i gruppi d’acquisto ma anche quella caccia alle streghe di un popolo anestetizzato dalla disinformazione.
Abbiamo raccolto alcune testimonianze dei cittadini dell’area di Puxi – zona centrale a ovest del fiume Huangpu – che hanno cercato di chiarire in maniera fedele ciò che realmente sta accadendo in una delle città più popolose al mondo.

Il Lockdown

Dal 1 aprile alla popolazione dell’area (circa 15 milioni di persone), fino a quel momento praticamente libera da restrizioni, viene imposto uno screening di massa a causa dell’aumento smisurato dei casi Covid-19.  Per analizzare più rapidamente possibile un maggior numero di soggetti, i test antigenici vengono eseguiti in lotti da 20. Se anche un solo tampone del gruppo risultasse positivo, i restanti vengono considerati comunque soggetti a rischio.  Contemporaneamente migliaia di persone ricevono una telefonata. Le istruzioni sono semplici: verrà effettuato nuovamente un test rapido per accertarsi della positività del soggetto anche se negativo nella prima fase. Se la persona risulterà ancora positiva verrà posto un sigillo sulla sua porta – di carta o elettronico – che non potrà essere aperta per nessun motivo fino a quando non interverranno i sanitari per un test molecolare. L’attesa è snervante, ma una volta effettuato il molecolare ai soggetti positivi viene inviata una notifica sull’app dedicata con una dicitura ambigua: in inglese “pending review”. La persona coinvolta non è oggettivamente informata della sua reale situazione ma le viene comunque imposto dal CDC (Chinese Center for Disease Control and Prevention) di confermare i propri dati e la propria posizione senza alcuna spiegazione.  Nessuno sembra confermare la positività del soggetto ma l’ennesima chiamata, quella del juweihui (comitato di quartiere) indica che qualcosa non va. Viene infatti richiesto di preparare una valigia e seguirli. Il comitato di quartiere, infatti, riceve una lista dal CDC dei soggetti positivi, senza che questi abbiano mai ricevuto un risultato del loro tampone e quindi senza una verifica effettiva. Milioni di persone vengono portate via dalla propria casa semplicemente eseguendo gli ordini, trascinati in padiglioni neanche lontanamente adeguati ad ospitare tanti soggetti o vecchi hotel trasformati in dormitori. I soggetti positivi vengono allontanati dalla comunità, ma alcuni si oppongono. Il consolato italiano infatti invita i cittadini a rifiutarsi e richiedere nuovamente un tampone che mostri il risultato.

I gruppi d’acquisto

 L’incubo si congela solamente con due molecolari negativi, ma questo non vuol dire libertà. Il sospetto tra la popolazione è che questo lockdown possa durare in eterno, figlio di una politica Zero-Covid dinamico che non trova praticità a causa di una variante così enormemente contagiosa come Omicron. La popolazione è segregata nelle proprie case da settimane. Anche un solo un sospetto positivo può paralizzare interi compound (400/500 palazzi) mentre il virus continua inspiegabilmente a diffondersi.  L’ipotesi è che la trasmissione proceda attraverso la consegna dei pacchi di provviste che vedono numerosissimi fattorini sostenere orari disumani per garantire cibo e acqua alla popolazione, non riuscendo però a garantire una copertura totale.  Le persone infatti si organizzano per ordinare il cibo tra vicini o interi condomini, mettendosi d’accordo tramite sistemi di messaggistica, facendo ordini per la consegna di alimenti e beni di prima necessità.  Nello stesso gruppo viene comunicato se è presente un positivo. Questa strana segnalazione ha dato via a una vera e propria discriminazione.

La caccia alle streghe

I soggetti positivi vengono spesso eliminati dai gruppi d’acquisto perché ritenuti pericolosi. La consegna del cibo a queste persone, infatti, può portare a una diffusione del virus una volta aperta la porta per ricevere il pacco. La paura e l’ignoranza sono talmente diffuse da avere avviato una vera e propria caccia alle streghe isolando totalmente i pochi positivi che non vengono allontanati dalla propria abitazione. Alcune testimonianze raccontano di vicini che non aprono le finestre da settimane, che chiudono gli scarichi delle docce e dei lavandini, credendo di limitare la diffusione. Questo è sicuramente frutto di una propaganda fuorviante diffusa dai media locali. In alcuni casi sono le aziende a fornire acqua e cibo ai dipendenti che si trovano isolati senza gruppi d’acquisto, mentre a tutti vengono fornite buste con viveri da parte del governo in base alla disponibilità. Rischiare di restare senza cibo è difficile ma non impossibile. Se la porta è sigillata infatti non è possibile aprirla a meno di ricevere autorizzazione dal comitato di quartiere, subendo ore di attesa senza risposta. Chi viene allontanato, viene trasportato tramite bus, nel migliore dei casi a Shanghai, in uno degli spazi di guarigione per positivi, mentre altri vengono allontanati a km di distanza, affrontando viaggi di 8/10 ore, senza cibo né acqua. Molti di questi casi sono asintomatici. Alcune foto mostrano un albergo riadattato con materassi praticamente inesistenti, e senza acqua potabile. Ordinarla non garantisce la consegna da parte dell’albergo obbligando quindi a scaldare l’acqua sul fornello per renderla bevibile. Un ragazzo proprietario di una palestra racconta di aver ricevuto un video che mostrava la sua sede trasformata in un campo per positivi senza mai averne ricevuto notifica. Questo sta a indicare che il governo non ha intenzione di retrocedere, continuando con una politica Zero-Covid, ricavando sempre più spazi per accogliere i positivi. Sono molti gli stranieri che vorrebbero uscire dal Paese senza ottenere però permesso dai comitati di quartiere, che decidono autonomamente.

La posizione di Shangai

Ciò di cui si parla da qualche giorno però, sono le immagini di protesta diffuse sui social. Il popolo cinese non si fida più ed è stremato.  In questi due anni, la pandemia è stata gestita in maniera eccellente limitando i lockdown ad un periodo iniziale e imponendo quarantene a chi viaggiava.  Soprattutto viaggiare ha mostrato alla popolazione cinese un’altra faccia del Covid, che vede interi Paesi attuare politiche necessariamente meno severe e funzionali. Per i cinesi perdere la faccia è un disonore terribile. Per la Cina stessa dunque, ammettere di aver fallito nella gestione di questa terribile ondata non è un’opzione contemplabile, preferendo portare allo stremo l’intera popolazione piuttosto che retrocedere.  Gli occhi del mondo intero però puntano su Shanghai e pretendono risposte e soluzioni. di Elena Bellanova

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