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Il fallimento di Israele

Il governo d’Israele ha fallito. L’intelligence ha fallito. L’esercito ha fallito. Nessuno ha preso seriamente in considerazione dei segnali chiari
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Il fallimento di Israele

Il governo d’Israele ha fallito. L’intelligence ha fallito. L’esercito ha fallito. Nessuno ha preso seriamente in considerazione dei segnali chiari
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Il fallimento di Israele

Il governo d’Israele ha fallito. L’intelligence ha fallito. L’esercito ha fallito. Nessuno ha preso seriamente in considerazione dei segnali chiari
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Il governo d’Israele ha fallito. L’intelligence ha fallito. L’esercito ha fallito. Nessuno ha preso seriamente in considerazione dei segnali chiari

Il governo israeliano ha fallito. L’intelligence ha fallito. L’esercito ha fallito. Nessuno ha preso seriamente in considerazione dei segnali chiari, che facevano capire che sarebbe scoppiata una guerra. Lo scorso agosto ho scritto un articolo dal titolo ben chiaro – “Segni di una possibile guerra a settembre od ottobre” – per avvisare il governo israeliano e l’opinione pubblica. Quando l’ho pubblicato mi sono però sentito dire che stavo esagerando. Questo perché tutti in Israele hanno sottovalutato la minaccia di Hamas, nonostante lo stesso movimento terroristico abbia dichiarato ripetutamente, nelle ultime settimane, di essere pronto ad attaccare Israele. Come se non bastasse, in questi mesi Hamas aveva intensificato gli addestramenti per catturare e occupare i villaggi israeliani intorno alla Striscia di Gaza. Sui social media legati ad Hamas erano anche apparse notizie dell’arrivo di nuove armi, capaci di causare un numero elevato di vittime israeliane.

Il Paese è stato ingenuo. Pensava di avere comprato la calma, facendo arrivare a Gaza decine di milioni di finanziamenti dal Qatar. Il governo era convinto che gli aiuti avrebbero tenuto a bada Hamas per un po’. Il movimento lo aveva fatto credere a parole, ma nei fatti si preparava a combattere contro Israele, senza nemmeno nasconderlo. Adesso che il Paese è in stato di guerra, gli scenari possibili dipenderanno molto anche dalle decisioni del governo. Ho ripetutamente detto alla televisione israeliana che i nostri ragazzi non devono entrare a Gaza. Hamas sta aspettando soltanto questo. Il movimento terroristico ha costruito una rete di tunnel sotterranei in tutta Gaza, in cui nasconde un massiccio arsenale per portare avanti una lunga guerra, che rende la zona una trappola mortale.

Il primo passo da fare sarebbe invece quello di proporre uno scambio. Hamas ha adesso più di 150 ostaggi, fra questi ci sono giovani ragazzi, bambini, donne e sopravvissuti dell’Olocausto. In cambio del ritorno a casa degli ostaggi e delle salme degli israeliani uccisi in questi giorni, noi possiamo liberare tutti i terroristi legati ad Hamas nelle nostre carceri. Questo è l’unico modo per passare poi a una fase successiva. Non so se Hamas accetterebbe questo scambio immediatamente, perché ha già detto che vuole la terra in cambio degli ostaggi, ma ci dobbiamo comunque provare. La nostra priorità è riportare a casa queste persone, che stanno adesso subendo torture inimmaginabili. L’unica altra scelta è quella di bombardare, ma questo non riporterà gli ostaggi dai loro cari nel breve periodo.

Gli Stati Uniti hanno dichiarato il loro sostegno militare, politico e morale a Israele. Hamas ha infatti superato ogni limite. L’attacco del movimento terroristico non è paragonabile né a quelli dell’Isis né alle guerre precedenti che Israele ha combattuto contro il mondo arabo. È stato un attacco in stile Einsatzgruppen, i reparti speciali tedeschi che durante la Seconda guerra mondiale ebbero un ruolo principale nel localizzare gli ebrei e nello sterminarli. Dopo la guerra il governo dovrà prendersi le responsabilità per il suo fallimento, pagato dal sangue di migliaia di israeliani indifesi, uccisi da un nuovo nazismo.

di Yigal Carmon

Presidente del Middle East Media Research Institute ed ex consigliere dell’antiterrorismo di due primi ministri di Israele

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