Israele e l’assurda causa intentata dal Sudafrica
L’assurda causa intentata dal Sudafrica che ha accusato Israele di “genocidio” in una lunga istanza che la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ascoltato
| Esteri
Israele e l’assurda causa intentata dal Sudafrica
L’assurda causa intentata dal Sudafrica che ha accusato Israele di “genocidio” in una lunga istanza che la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ascoltato
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Israele e l’assurda causa intentata dal Sudafrica
L’assurda causa intentata dal Sudafrica che ha accusato Israele di “genocidio” in una lunga istanza che la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ascoltato
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L’assurda causa intentata dal Sudafrica che ha accusato Israele di “genocidio” in una lunga istanza che la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ascoltato
La guerra si sposta da Gaza al tribunale. Il Sudafrica, storico sostenitore della causa palestinese, ha accusato Israele di «genocidio» in una lunga istanza che la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ascoltato ieri e continuerà ad ascoltare oggi. Tel Aviv, con l’appoggio degli Stati Uniti, si oppone e ha definito la denuncia sudafricana come una «diffamazione del sangue».
Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa deve avere un debole per gli aggressori. Il suo esecutivo ha mantenuto rapporti solidi con la Russia e non ha mai condannato seriamente l’invasione dell’Ucraina. Allo stesso modo, dopo gli attacchi terroristici di Hamas dello scorso 7 ottobre, si è schierato contro Israele. Secondo la dichiarazione di 84 pagine che il Sudafrica ha depositato all’Aia, le azioni di Israele nell’offensiva su Gaza «hanno un carattere genocida, poiché sono commesse con l’intento specifico di distruggere i palestinesi come gruppo razziale ed etnico». Nel documento, che parla di «gravi violazioni della quarta Convenzione di Ginevra, di crimini di guerra e crimini contro l’umanità», si legge che «è importante collocare gli atti di genocidio nel contesto più ampio della condotta di Israele nei confronti dei palestinesi durante i suoi 75 anni di apartheid e i suoi 56 anni di belligerante occupazione del territorio palestinese».
L’African National Congress, il partito al potere in Sudafrica dal 1994 (anno della fine della segregazione razziale) supporta da anni la causa della Palestina. «Sappiamo troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei palestinesi» aveva sottolineato Nelson Mandela. Nel ricorso in tribunale il Sudafrica sostiene che il trattamento riservato ai palestinesi abbia una forte somiglianza col regime di apartheid in Sudafrica, terminato proprio con l’elezione di Mandela. Il governo israeliano, naturalmente, non ci sta. E ha definito il Sudafrica come «l’avvocato del diavolo». «La storia giudicherà il Sudafrica per la sua complicità criminale col più sanguinoso massacro di ebrei dai tempi dell’Olocausto e lo giudicherà senza pietà» ha detto Eylon Levy, il portavoce del governo di Tel Aviv. Anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto con rabbia le accuse del Sudafrica. «Non siamo noi che siamo venuti a perpetrare il genocidio: è Hamas» ha spiegato. «Le nostre Forze di difesa agiscono col massimo della moralità, mentre Hamas, se potesse, ci ucciderebbe tutti».
Come Israele, anche gli Stati Uniti hanno condannato la presa di posizione del Sudafrica. «Troviamo questa proposta priva di merito, controproducente e completamente sfornita di qualsiasi base di fatto» ha affermato John Kirby, direttore delle comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale. «Israele non sta cercando di cancellare il popolo palestinese dalla mappa, ma sta cercando di difendersi da una minaccia terroristica, questa sì di genocidio. Quindi, se iniziamo a usare quella parola va bene. Ma facciamolo in maniera appropriata».
di Filippo Merli
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