La falsa tregua di Natale
| Esteri
La tregua proposta da Putin è cinicamente falsa. Durante il Natale i russi non hanno smesso un solo minuto di bombardare, costringendo gli ucraini a difendersi
La falsa tregua di Natale
La tregua proposta da Putin è cinicamente falsa. Durante il Natale i russi non hanno smesso un solo minuto di bombardare, costringendo gli ucraini a difendersi
| Esteri
La falsa tregua di Natale
La tregua proposta da Putin è cinicamente falsa. Durante il Natale i russi non hanno smesso un solo minuto di bombardare, costringendo gli ucraini a difendersi
| Esteri
Quella proposta da Putin è una tregua cinicamente falsa. Non è neanche una tregua. I cristiani ortodossi ucraini hanno fatto coincidere la data del loro Natale con quello delle altre confessioni cristiane. E durante il Natale i russi non hanno smesso un solo minuto di bombardare, costringendo gli ucraini a difendersi. Il Natale ortodosso russo riguarda solo i russi, sicché è una tregua dell’aggressore, annunciata puntando a che gli ucraini non smettano di avanzare, in modo da potere sostenere che hanno violato la tregua. Roba da imbroglioni. Per giunta con la benedizione di Kirill, che nell’annunciare il Natale non ha perso l’occasione per incitare alla guerra contro l’Occidente che diffonde l’omosessualità. Un caso clinico.
Ben diversa la proposta di Erdoğan, secondo cui per negoziare è necessario che l’aggressore fermi l’offensiva. Il che, almeno, è un cosa seria. Subito smontata da Putin, secondo cui è possibile farlo se l’Ucraina riconosce le acquisizioni territoriali dei russi. In altre parole: se si arrendono. Che non è una proposta di tregua per negoziare, ma di resa per depredare.
Vediamo quanti, nel nostro libero Occidente, saranno disposti ad abboccare a questa che, obiettivamente, non è altro che una provocazione. Lanciata da un capo, Putin, che non è più in grado di avanzare, ma non è mai stato in grado di arretrare. Per lui il solo modo di tenere in equilibrio la sconfitta e la permanenza è continuare all’infinito i massacri. Degli ucraini e dei soldati russi.
Di Sofia Cifarelli
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