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La guerra di Putin durerà al massimo altri 18 mesi. Poi shock economico

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Russia: dalla bozza del bilancio di previsione si evince che la spesa militare è ancora il motore di crescita maggiore ma i fondi sono quasi esauriti per Putin

Putin

La guerra di Putin durerà al massimo altri 18 mesi. Poi shock economico

Russia: dalla bozza del bilancio di previsione si evince che la spesa militare è ancora il motore di crescita maggiore ma i fondi sono quasi esauriti per Putin

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La guerra di Putin durerà al massimo altri 18 mesi. Poi shock economico

Russia: dalla bozza del bilancio di previsione si evince che la spesa militare è ancora il motore di crescita maggiore ma i fondi sono quasi esauriti per Putin

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Vladimir Putin avrà risorse sufficienti per continuare la guerra in Ucraina, come l’ha fatta fino a ora, solo per altri 12-18 mesi, mentre il comparto militare in Russia ha avviato una ristrutturazione strategica che durerà 8-10 anni che dovrà essere alimentata in modo significativo, anche se non necessariamente ai livelli del prossimo anno, quando sono previste spese per la difesa per oltre il sei per cento del prodotto interno lordo, con un ulteriore aumento quindi sul record segnato nel 2024, senza che i conti ne risentano.

Nei giorni scorsi il governo ha presentato alla Duma la bozza del bilancio di previsione per il 2025 e per il 2025-2027. La spesa militare è considerata come il principale motore della crescita economica ora, con gli indicatori a confermarlo, ma anche in futuro. Ma ci sono altre voci, favorevoli a un riequilibrio dell’economia, prive in questo momento della forza politica della lobby industriale, come quella della governatrice della Banca Centrale Elvira Nabiullina, che segnalano la fragilità sul medio e lungo termine di questo modello. Il Cremlino accantona i loro timori, con l’idea di affrontare i problemi mano a mano che si presentano.

Ma la domanda interna per la difesa non è infinita ed è anche possibile calcolare quando si esaurirà. Anche le prospettive per le esportazioni non sono positive, considerate le sanzioni. Quindi fra 5-7 anni il Paese potrebbe dover affrontare un altro shock economico, secondo Prokopenko. Ma una cosa va considerata: la fine della guerra contro l’Ucraina non significa, per la Russia, la fine di una spesa militare sostenuta.

Fra i fattori che invece anticipano una crisi a venire vi è il mercato del lavoro esteso al massimo. Con una disoccupazione del 2,4, forse anche del 2,3 per cento, non è possibile aumentare la capacità di produzione del complesso militar-industriale. Anche per questo, potrebbe essere molto efficace, per potenziare le politiche del fronte di Paesi che sostengono l’Ucraina, promuovere politiche di ‘recruitment’ di personale russo nei settori dell’It, tecnologia, scienza, indipendentemente dalla loro posizione politica così come anche facilitare il ritorno alla fuga dei capitali dalla Russia.

di Raffaela Mercurio

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