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La nuova intelligence russa

La nuova intelligence russa

La guerra si combatte con diversi mezzi e un esempio sono i servizi segreti russi, che stanno ricostruendo la propria rete di spie nei Paesi europei
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La guerra si combatte con diversi mezzi e un esempio sono i servizi segreti russi, che stanno ricostruendo la propria rete di spie nei Paesi europei
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La guerra si combatte con diversi mezzi e un esempio sono i servizi segreti russi, che stanno ricostruendo la propria rete di spie nei Paesi europei
L’approccio occidentale alla Russia si caratterizza per una continua sottovalutazione dei rischi. Prima dell’invasione dell’Ucraina si parlava molto – facendo poco – delle operazioni di guerra non convenzionale del Cremlino, come le campagne di disinformazione, gli attacchi hacker e gli omicidi degli oppositori in territorio europeo. Dopo il 24 febbraio 2022 l’attenzione si è spostata sulla minaccia convenzionale delle forze armate russe alla Nato, come un attacco in Polonia o un’invasione dei Paesi baltici. Il problema di questa lettura è non comprendere che Mosca considera entrambi gli approcci come strumenti della sua strategia e che sono le operazioni non convenzionali di guerra ibrida a stabilire le condizioni per il successo della forza militare convenzionale. Un esempio su tutti: la destabilizzazione del Donbas e l’annessione della Crimea nel 2014. Secondo un rapporto del Royal United Services Institute (Rusi), il più antico think tank del Regno Unito in materia di difesa e sicurezza, dopo i fallimenti degli ultimi due anni e l’espulsione di centinaia di agenti e diplomatici i servizi segreti russi per l’estero (Svr) e l’intelligence militare (Gru) stanno ricostruendo la propria rete di spie e collaboratori nei Paesi europei. Ciò fa parte di una ristrutturazione a tutto campo che comprende il processo di subentro alle operazioni della Wagner in Africa e le attività del leader ceceno Ramzan Kadyrov, incaricato di costruire nuove relazioni in Medio Oriente per guadagnare influenza nel mondo arabo e fra le comunità islamiche in Europa. L’obiettivo del Cremlino è destabilizzare i governi ostili alla Russia, alimentare le divisioni interne alle opinioni pubbliche, polarizzare la politica e fare in modo che si interrompa il sostegno occidentale all’Ucraina. I metodi utilizzati sembrano presi direttamente dal manuale dello spionaggio sovietico: una combinazione di disinformazione, cooptazione delle élite locali e uso della violenza. Per capire che non si tratta di esagerazioni non bisogna guardare lontano. La settimana scorsa Maksim Kuzminov, un pilota di elicotteri russo che l’anno scorso ha disertato in Ucraina, è stato trovato morto in Spagna con il corpo crivellato di proiettili. Secondo i servizi segreti spagnoli l’omicidio è stato eseguito da sicari del mondo criminale russo assoldati dall’intelligence di Mosca, ma sarà molto difficile dimostrare il coinvolgimento del Cremlino in tribunale, poiché i membri del commando sono già spariti all’estero. Sempre la settimana scorsa l’Estonia ha dichiarato di aver fermato con successo un’operazione dei servizi segreti russi che prevedeva un attacco alle auto del ministro degli Interni e di un giornalista per seminare il terrore nel Paese. Ci sono stati dieci arresti di persone con diversi precedenti penali, compresi cittadini russi e con doppia cittadinanza russa ed estone. La Finlandia è sottoposta da mesi a un flusso anomalo di migranti provenienti da Asia, Africa e Medio Oriente che ha costretto il governo a chiudere del tutto la frontiera con la Russia. Nel frattempo in Italia si discute di uno scambio di battute fra Putin e una studentessa italiana a Mosca, usato dal presidente russo per elogiare i magnifici ricordi delle sue esperienze in un Paese che «ci è sempre stato vicino» e in cui non ha mai smesso di «sentirsi a casa». Uno strano siparietto amplificato dai mass media di Stato russi che secondo alcuni è un messaggio rivolto a chi, in Italia, ha orecchie per sentire e qualcosa da temere. di Federico Bosco

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