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Putin

La ricca corte di Putin

La stampa scandalistica russa è da sempre piena di gossip sulla vita privata di Putin

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La stampa scandalistica russa è da sempre piena di gossip sulla vita privata di Putin

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La stampa scandalistica russa è da sempre piena di gossip sulla vita privata di Putin

Mosca – La stampa scandalistica russa è da sempre piena di gossip sulla vita privata di Putin. L’ultima inchiesta pubblicata dal “Centro Dossier” sostiene di aver scoperto il way of life dei suoi due figli nati dalla relazione post matrimoniale con Alina Kabaeva (Putin è divorziato dal 2013 dall’ex moglie Ljudmila, con cui ha avuto due figlie). La relazione tra Alina ex medaglia d’oro olimpica di ginnastica e Vladimir ex agente del Kgb non è mai stata ufficializzata ma i due rampolli nati dal loro legame si chiamerebbero Ivan e Vladimir.

I due bambini, nati rispettivamente nel 2015 e nel 2019, vivono secondo il dossier nella lussuosa residenza presidenziale di Valdai. Non frequentano scuole e sono circondati da governanti e allenatori, hanno a disposizione auto con autista e nell’articolo si sostiene che la sera Putin giochi regolarmente a hockey con il figlio maggiore (a tale scopo è stato costruito accanto a casa un palazzetto del ghiaccio, il cosiddetto rink). Gli insegnanti e allenatori addetti all’educazione dei due piccoli Putin ricevono a testa 1,2 milioni di rubli (circa 12mila euro) al mese e garantiscono ai figli dello zar un’educazione di alto livello. Ma nessuno si chiede – neppure l’autore dello scoop – da dove giungano tutte queste possibilità finanziarie, visto che ufficialmente Putin non ha rendite o guadagni a parte i 100mila euro di stipendio annuo che riceve dallo Stato.

Sui pettegolezzi, sulle voci e sulle dicerie che circolano su Putin si potrebbe scrivere un’enciclopedia. Però questa pletora di notizie più o meno vere (ma Navalny nel celebre documentario che gli valse la galera dimostrò che Putin aveva una villa principesca nel Sud della Russia) sono la conseguenza di un’attenta costruzione simbolica da parte degli uomini che al Cremlino si occupano dell’immagine del presidente, in cui il mistero e la segretezza giocano un ruolo fondamentale. L’unica biografia autorizzata di Putin è stata pubblicata nel 2000 (quando era appena giunto al potere) e affronta per lo più gli aspetti della sua vita pubblica o familiare in gioventù. Di come siano evoluti i suoi interessi e la sua esistenza nell’ultimo quarto di secolo non si conosce invece nulla o quasi. Si sa che non ama il calcio ma adora le arti marziali, beve poco, non ha gusti raffinati in cucina e ama far passare l’idea di essere un lettore esigente (ma in realtà legge solo i dossier che gli uomini del suo entourage gli preparano).

Questo immenso cono d’ombra sulla sua vita costruito dai suoi collaboratori intende raggiungere due scopi. Il primo è quello di non far mai emergere delle preferenze o dei gusti netti da parte del presidente su nessun argomento, perché ciò potrebbe essere divisivo e pericoloso per la stabilità della società russa. In questo senso Putin è davvero il prototipo del burocrate weberiano e kafkianamente anonimo. Anche il suo abbigliamento – composto di abiti, scarpe e cravatte sempre uguali – intende trasmettere questo tipo di percezione al pubblico. Il secondo scopo, strettamente legato al primo, è quello di solidificare la narrazione di un uomo perennemente seduto al Cremlino, impegnato ventiquattr’ore al giorno ad affrontare i problemi del Paese. Proprio come Stalin che lasciava la luce del suo ufficio sempre accesa anche quando era nella sua dacia, dove passava lunghe notti di baldorie inondate da vino georgiano e rallegrate da danze di giovani ‘matrioske’.

di Yuri Colombo

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