La seconda vita di Farage, l’anti Starmer
Tra crisi senza fine dei conservatori e le politiche di sacrificio del governo laburista, Nigel Farage si sta ritagliando uno spazio sempre più grande nella politica britannica. E Trump, involontariamente, lo aiuta
La seconda vita di Farage, l’anti Starmer
Tra crisi senza fine dei conservatori e le politiche di sacrificio del governo laburista, Nigel Farage si sta ritagliando uno spazio sempre più grande nella politica britannica. E Trump, involontariamente, lo aiuta
La seconda vita di Farage, l’anti Starmer
Tra crisi senza fine dei conservatori e le politiche di sacrificio del governo laburista, Nigel Farage si sta ritagliando uno spazio sempre più grande nella politica britannica. E Trump, involontariamente, lo aiuta
Formidabile sui confini e sul controllo dell’immigrazione clandestina, ma sul Canada Donald Trump ha commesso un errore. Sono parole, in sintesi, del leader della destra inglese Nigel Farage. E forse, prima ancora che dall’esito del voto per le elezioni amministrative in Inghilterra e dalle suppletive per attribuire un seggio alla Camera dei Comuni, bisogna partire da qui per comprendere il successo del suo partito Reform Uk. Dagli Usa e dalle considerazioni che lo stesso Farage ha fatto su Trump. Criticando il presidente americano per le sue uscite sul Canada come 51mo Stato.
Da highlander della politica qual è, dopo esser stato mattatore sulla Brexit (anche con qualche bugia sulla sanità britannica, ammessa da lui stesso ma soltanto dopo il voto al referendum), Farage ha fiutato ancora una volta l’aria che tira. La crisi senza fine dei Conservatori, che dopo la sconfitta alle elezioni nazionali del luglio 2024 non sono ancora riusciti a riorganizzare. Non soltanto una proposta politica ma neppure una leadership credibile per gli elettori.
Il secondo elemento, in parte legato alla crisi dei Tories, su cui Farage sta giocando la sua partita politica è quello di presentarsi come la vera opposizione al governo laburista di Keir Starmer. I cui consensi dopo il trionfo elettorale di dieci mesi fa sono scesi velocemente nei sondaggi (e anche nelle urne, visto l’esito degli ultimi appuntamenti elettorali) per via dei sacrifici chiesti agli inglesi, con tagli ai sussidi, alla sanità e una manovra economica improntata al rigore.
Prima di passare alla ricetta di proposte politiche di Farage e alle cronache del voto inglese, ancora uno sguardo in America, stavolta su Elon Musk. Mesi fa l’uomo più ricco del mondo disse a proposito di Farage: «Il Reform Party ha bisogno di un nuovo leader. Farage non ha quello che serve». Come capo dell’estrema destra britannica Musk preferisce infatti Tommy Robinson, leader della Lega per la difesa inglese. Ovviamente Farage non è d’accordo (essendo pure meno a destra di Robinson). E l’ha detto chiaro a Musk. «Elon è un uomo notevole, ma su questo non sono d’accordo con lui e non rinnego mai i miei princìpi».
Criticare Trump e replicare a Musk. Due azioni che potrebbero aver avuto un certo peso nel convincere l’elettorato un tempo conservatore (e quello deluso dal partito laburista) a scegliere Reform Uk. In quest’ultima tornata elettorale il successo più eclatante per Farage e i suoi è stato sicuramente quello nelle suppletive a Runcorn e Helsby (nel Nord-Ovest dell’Inghilterra) per un seggio al Parlamento. Qui Reform Uk ha battuto di sei voti il partito laburista (che nelle elezioni del luglio 2024 aveva migliaia di voti di vantaggio e ha perso da allora più del 14% dei consensi). Riuscendo a eleggere la sua candidata Sarah Pochin che se la vedeva contro la laburista Karen Shore.
Da vero mattatore Farage ha subito cavalcato sui media questa vittoria risicata, facendo smorfie di gioia davanti alle telecamere. Mentre le sue mani andavano a indicare il numero 6 (come i voti di scarto). Un’immagine iconica che ha già fatto il giro di tabloid, televisioni e Rete.
Reform Uk ha però visto anche un successo nelle consultazioni amministrative, con la elezione di numerosi consiglieri. «Lo scenario politico è del tutto cambiato» sostiene adesso Farage. Sottolineando come l’affermazione di Reform Uk si sia consumata nelle roccaforti laburiste (definite Red Wall, il muro rosso). Secondo il fautore della Brexit, nel Regno Unito si sta registrando una crisi di fiducia verso il premier Starmer. L’unico in grado di fare una vera opposizione sarebbe proprio lui. Eccesso di convinzione? Può darsi. Che contiene però un dato di realtà: il tradizionale bipolarismo inglese Conservatori-Laburisti è entrato in crisi.
Di Massimiliano Lenzi
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