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La Statua della Libertà compie 140 anni

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Era il 17 giugno 1885 quando, al porto di New York, attraccava una nave proveniente dall’Europa chiamata “Isère”. Ad accoglierla c’erano oltre 200mila persone. Il motivo? A bordo viaggiava qualcosa di più di un semplice carico. Distribuita in 214 casse c’era… La Statua della Libertà

Statua della Libertà

La Statua della Libertà compie 140 anni

Era il 17 giugno 1885 quando, al porto di New York, attraccava una nave proveniente dall’Europa chiamata “Isère”. Ad accoglierla c’erano oltre 200mila persone. Il motivo? A bordo viaggiava qualcosa di più di un semplice carico. Distribuita in 214 casse c’era… La Statua della Libertà

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La Statua della Libertà compie 140 anni

Era il 17 giugno 1885 quando, al porto di New York, attraccava una nave proveniente dall’Europa chiamata “Isère”. Ad accoglierla c’erano oltre 200mila persone. Il motivo? A bordo viaggiava qualcosa di più di un semplice carico. Distribuita in 214 casse c’era… La Statua della Libertà

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Era il 17 giugno 1885 quando, al porto di New York, attraccava una nave proveniente dall’Europa chiamata “Isère”. Ad accoglierla c’erano oltre 200mila persone. Il motivo? A bordo viaggiava qualcosa di più di un semplice carico. Distribuito in 214 casse c’era quello che sarebbe diventato uno dei simboli più riconoscibili della città e degli Stati Uniti ovunque nel mondo. La Statua della Libertà. Alta 93 metri con il piedistallo, visibile a chilometri di distanza, “Lady Liberty” è da oltre un secolo emblema di democrazia, accoglienza e speranza. Ma la sua origine è in realtà il frutto di un mix che conoscono in pochi. Un po’ francese, un po’ italiana e perfino un po’ egiziana.

Statua della Libertà, tutto prende il via nel 1865 in Francia

Tutto prende il via nel 1865 in Francia, per volontà dello storico del diritto Édouard de Laboulaye. Fervente sostenitore della democrazia e sincero ammiratore dell’indipendenza americana. Durante una cena a Versailles, Laboulaye lanciò la proposta di un monumento che celebrasse l’amicizia tra Francia e Stati Uniti. Due Paesi entrambi nati da rivoluzioni. A quel tavolo, in qualità di ospite d’onore, sedeva anche lo scultore Frédéric Auguste Bartholdi. Che non solo rimase profondamente affascinato dall’idea, ma ne fece una missione personale.

Bartholdi visita l’Italia

Prima di immaginare la futura statua, Bartholdi fece un passaggio in Italia. Visitò il Piemonte per studiare il “Sancarlone”. Il Colosso di San Carlo Borromeo ad Arona che – con i suoi 35 metri – era all’epoca la statua più grande al mondo. Fu un modello tecnico e simbolico. La tecnica del rame battuto su struttura interna in ferro e mattoni ispirò direttamente e fattivamente il futuro metodo costruttivo di “Lady Liberty”. Bartholdi del resto già da tempo coltivava il sogno di realizzare un’opera monumentale. Durante un soggiorno in Egitto aveva immaginato una statua-faro per il Canale di Suez. Raffigurante una donna fellah con una lanterna e intitolata “Egitto che illumina l’Asia”. Un progetto che non fu mai realizzato, ma le cui forme e simboli riaffiorarono nel futuro colosso americano.

1875, l’inizio dei lavori per la Statua della Libertà

Nel 1875 cominciarono i lavori veri e propri. Con l’aiuto del celebre ingegnere Gustave Eiffel (lo stesso della celebre torre parigina), Bartholdi ideò una struttura interna reticolare in ferro. Flessibile e resistente ai venti oceanici. I pannelli di rame furono forgiati a Parigi e progressivamente mostrati al pubblico per raccogliere fondi. Prima la torcia a Filadelfia, poi la testa agli Champs-Élysées. La statua fu completata nel 1884, ma l’inaugurazione avvenne solo il 28 ottobre 1886. Agli Stati Uniti, che dovevano costruire il piedistallo, mancavano le risorse necessarie. Fu il giornalista Joseph Pulitzer, attraverso il suo giornale “New York World”, a coinvolgere migliaia di cittadini in una storica raccolta fondi. La Statua della Libertà diventava così simbolo non soltanto politico, ma anche popolare.

All’epoca della sua inaugurazione la statua era di un lucente color rame, solo l’esposizione agli agenti atmosferici l’ha trasformata nel verde che oggi conosciamo. Questa patina di ossido, oltre ad avere valore estetico, funge da protezione per il metallo sottostante (che ha perso appena 0,13 mm in circa 140 anni di vita).

Nel corso dei secoli “Lady Liberty” è divenuta molto più di un monumento: è la madre che accoglie gli immigrati, la luce per gli oppressi, un messaggio eterno di speranza rivolto verso l’Europa. Un’icona che ha attraversato l’Atlantico portando con sé un concetto semplice, ma universale ed eterno: la libertà non ha confini. E non dovrebbe mai averne.

di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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