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Un soldato ucraino e il suo addestratore britannico spalla a spalla

Londra e Parigi pensano all’invio di soldati in Ucraina

Francia e Gran Bretagna pensano di inviare mercenari provenienti dalle forze armate, che gestiscano i missili a lungo raggio e addestrino gli ucraini

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Londra e Parigi pensano all’invio di soldati in Ucraina

Francia e Gran Bretagna pensano di inviare mercenari provenienti dalle forze armate, che gestiscano i missili a lungo raggio e addestrino gli ucraini

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Londra e Parigi pensano all’invio di soldati in Ucraina

Francia e Gran Bretagna pensano di inviare mercenari provenienti dalle forze armate, che gestiscano i missili a lungo raggio e addestrino gli ucraini

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Francia e Gran Bretagna pensano di inviare mercenari provenienti dalle forze armate, che gestiscano i missili a lungo raggio e addestrino gli ucraini

Emmanuel Macron e Keir Starmer stanno discutendo l’invio di truppe in Ucraina, superando una linea rossa finora mai messa in discussione. Quando, lo scorso febbraio, il presidente francese aveva evocato il possibile dispiegamento di soldati sul fronte, l’Occidente aveva reagito con un secco ‘no’. Inaccettabile impegnarsi sul terreno in maniera diretta, ovvero dichiarare guerra alla Russia e trasformare il conflitto in una guerra mondiale.

Oggi tutto è cambiato. La situazione di Kiev sul campo è molto peggiorata, con sostanziali perdite territoriali, umane e di materiali. Mosca, che vive difficoltà logistiche e organiche speculari e anche peggiori, ha scelto di appoggiarsi a regimi autoritari e amici per tirare avanti il più possibile:. L’Iran manda missili e droni, la Corea del Nord munizioni, obici e truppe ottime come carne da macello. Da parte occidentale, poi, l’aiuto all’Ucraina va e viene, tra alti e bassi, e si appresta a diminuire in maniera drastica con l’inizio della presidenza Trump.

A Kiev serve più assistenza, e subito. Non basta la (tardiva) autorizzazione di Joe Biden per l’utilizzo delle armi a lungo raggio per cambiare le sorti della guerra. Atacms americani e Storm Shadow franco-britannici sono sistemi costosi, delicati, non semplicissimi da utilizzare. Già ora, in sordina, è probabile che i tecnici Nato siano al lavoro nei centri di comando ucraini per gestire le operazioni. Dunque i famosi boots on the ground, anche se informalmente, l’occidente li avrebbe già.

Perché allora non salire di livello? L’Ucraina ha un disperato bisogno di personale addestrato e ben equipaggiato, abituato a impiegare armi Nato e capace di operare in autonomia. Di qui l’idea di Parigi e Londra, che tra i partner di Kiev forniscono il sostegno più saldo e audace: inviare contractor al fronte. Mercenari privati quindi, come quelli che da inizio guerra popolano i contingenti russi (pensiamo all’ormai quasi sparita Compagnia Wagner). È una soluzione che salva (almeno in teoria) capra e cavoli: Zelensky ottiene i suoi soldati super-addestrati e i partner possono ancora sostenere di non essere in guerra con la Russia.

Il quotidiano francese Le Monde è certo della ripresa dei colloqui tra Macron e il primo ministro Keir Starmer. Finora sul campo ci sono gli uomini delle compagnie mercenarie Dci (Défense Conseil International, al 55% di proprietà dello Stato francese) e Babcock. L’obiettivo dell’Eliseo sarebbe l’invio di un vero contingente con personale proveniente dalle forze armate dei due Paesi (e dagli altri che volessero contribuire) che, almeno ufficialmente, addestrino gli ucraini e prendano in mano la gestione dei missili a lungo raggio. In prospettiva di un cessate il fuoco (che è verosimile richieda una forza internazionale di interposizione), queste truppe sarebbero già sul terreno e pronte a prendere il controllo della linea di demarcazione militare.

Resta da capire se Francia e Gran Bretagna troveranno l’accordo. E se, oltre il velo ufficiale, tra le mansioni previste per il contingente ci saranno anche operazioni di combattimento vere e proprie. Già ora qualche legione di volontari stranieri spara. Se crescessero in numero potrebbero contribuire di certo ad aiutare l’Ucraina, ma anche ad alzare ancora la tensione con Putin.

di Umberto Cascone

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