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Meloni: “Flotilla irresponsabile”. E sulla Russia: “Non cadere in provocazioni”

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Per Meloni di fronte alle mosse di Mosca “bisogna attrezzarsi” ma allo stesso tempo mantenere il “sangue freddo”, senza “cadere nelle provocazioni”

Meloni: “Flotilla irresponsabile”. E sulla Russia: “Non cadere in provocazioni”

Per Meloni di fronte alle mosse di Mosca “bisogna attrezzarsi” ma allo stesso tempo mantenere il “sangue freddo”, senza “cadere nelle provocazioni”

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Meloni: “Flotilla irresponsabile”. E sulla Russia: “Non cadere in provocazioni”

Per Meloni di fronte alle mosse di Mosca “bisogna attrezzarsi” ma allo stesso tempo mantenere il “sangue freddo”, senza “cadere nelle provocazioni”

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Di fronte alle mosse di Mosca “bisogna attrezzarsi” ma allo stesso tempo mantenere il “sangue freddo”, senza “cadere nelle provocazioni”. È il messaggio lanciato dalla presiedete del Consiglio Giorgia Meloni, giunta a Copenaghen per il Consiglio europeo informale che precede quello in programma a Bruxelles a fine ottobre. Un vertice a margine del quale la presidente del Consiglio coglie anche l’occasione per rimarcare le proprie riserve sulla Global Sumud Flotilla, mentre le imbarcazioni degli attivisti filopalestinesi navigano al largo di Gaza e in Italia alcune università, come la Federico II di Napoli, vengono occupate dagli studenti in segno di solidarietà. La capitale danese si presenta blindatissima: sui tetti del Palazzo Christiansborg – sede dei tre poteri supremi del Paese – i cecchini sorvegliano l’arrivo dei leader, in una città dove vige la no fly zone dopo l’avvistamento di droni di sospetta provenienza russa, che nei giorni scorsi ha spinto le autorità a chiudere temporaneamente l’aeroporto.

Prima di unirsi ai lavori del vertice, che ha come temi centrali Ucraina e difesa, Meloni commenta le tensioni nei cieli europei, legate agli sconfinamenti di velivoli che, secondo le cancellerie del Vecchio Continente, apparterrebbero al Cremlino. Per la presidente del Consiglio, quello attuale resta “uno scenario di provocazioni”, da un lato per “un tentativo della Russia di impedire che i Paesi europei inviino altri sistemi di difesa antiaerea in Ucraina”, dall’altro per il bisogno di Mosca di mascherare il “fallimento” dell’offensiva estiva contro Kiev.

“Dobbiamo ragionare a sangue freddo, non bisogna rispondere alle provocazioni” della Russia, insiste Meloni, a margine di un vertice che discute anche della possibile costruzione di un muro anti-drone contro le incursioni russe. Su questo fronte la riflessione resta aperta. Le parole di Meloni arrivano dopo che diversi leader – tra cui la premier danese Mette Frederiksen – non hanno escluso l’ipotesi di abbattere i droni russi. Nel non-paper della Commissione europea, il progetto del muro viene presentato come risposta all'”attenzione urgente necessaria per rafforzare la linea difensiva europea contro i velivoli a pilotaggio remoto, soprattutto alla luce del recente aumento delle violazioni dello spazio aereo dell’Ue”. La barriera tecnologica, si legge, “dovrebbe basarsi sulle esperienze maturate in Ucraina, dove una delle principali lezioni è la necessità di creare ecosistemi innovativi di droni e contromisure, fondati su capacità produttive scalabili e su un costante sviluppo tecnologico”. Su questo fronte, però, la discussione è stata animata: in seno al Consiglio alcuni Paesi avrebbero sollevato perplessità, chi sulla governance del progetto e chi sul suo finanziamento. Tra i 27, insomma, non c’è ancora unanimità.

Meloni invita però a non limitare lo sguardo ai confini orientali: “Se facciamo l’errore di guardare solo al fianco Est e di non guardare al fianco Sud, rischiamo di non essere risolutivi”. Intanto, all’interno del Consiglio cresce il consenso sull’ipotesi di utilizzare gli asset russi congelati per finanziare un prestito a favore dell’Ucraina. Ma la Francia resta tiepida: per Emmanuel Macron l’area euro deve restare “affidabile” e rispettare “il diritto internazionale” nella gestione dei beni bloccati.

Sul tavolo, però, non c’è solo l’Est europeo. A pesare sulle conversazioni tra i leader è anche il Medio Oriente e Meloni, davanti alla stampa, torna sul caso della Flotilla. Per Meloni, “la cosa più importante è il sostegno europeo” al piano di pace promosso dal presidente statunitense Donald Trump, “sul quale c’è stata una adesione amplissima dai paesi arabi ai Paesi europei. Aspettiamo la risposta di Hamas”. In questa fase, rimarca l’inquilina di Palazzo Chigi, “in un equilibrio estremamente delicato e di fronte a una possibilità che sarebbe storica, insistere in una iniziativa che ha margini di pericolosità e irresponsabilità, continuo a non capirlo”.

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