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Mia figlia rischia di morire in cella

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L’attivista anti-Putin, Sasha Skochilenko, detenuta da due anni in una colonia penale di San Pietroburgo rischia di morire in carcere. Parla la madre della ragazza

Mia figlia rischia di morire in cella

L’attivista anti-Putin, Sasha Skochilenko, detenuta da due anni in una colonia penale di San Pietroburgo rischia di morire in carcere. Parla la madre della ragazza

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Mia figlia rischia di morire in cella

L’attivista anti-Putin, Sasha Skochilenko, detenuta da due anni in una colonia penale di San Pietroburgo rischia di morire in carcere. Parla la madre della ragazza

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Sasha Skochilenko rischia di morire in carcere perché ha un problema cardiaco cronico e ha bisogno di cure specifiche. Nell’ultima lettera spedita alla madre dice che la sua salute è peggiorata. È detenuta da due anni in una colonia penale di San Pietroburgo e deve scontarne altri cinque. Prima dell’invasione russa in Ucraina era un’artista, dopo l’inizio della guerra è entrata in un gruppo di attivisti e il 16 novembre 2023 è stata condannata a sette anni per avere aver sostituito cinque etichette dei prezzi di un supermercato con messaggi contro la guerra. Scritte come «Le Forze armate russe hanno bombardato il teatro d’arte a Mariupol, dove circa 400 persone si erano rifugiate dal fuoco dell’artiglieria» o «Le truppe russe hanno impedito a 14 camion carichi di aiuti umanitari di entrare nella regione di Kherson. I civili hanno bisogno di acqua e di cibo». Uno squarcio nel velo della disinformazione russa che le è costato una condanna per «diffusione pubblica di informazioni consapevolmente false sull’utilizzo delle Forze armate della Federazione Russa». Dal giorno della detenzione di sua figlia Sasha, Nadezhda Skochilenko viaggia per il mondo per far conoscere questa storia. La settimana scorsa è stata a Roma, ascoltata dal Comitato permanente sui diritti umani nel mondo della Camera dei Deputati. Ha strappato la promessa di un aiuto da parte del nostro Paese: «Sasha potrebbe avere bisogno di un intervento chirurgico urgente, ma le colonie penali non sono attrezzate per questo» ci dice la donna. «Non la vedo e non la sento da quando è stata arrestata, riesco a comunicare con lei solo attraverso delle lettere. Ho paura per la sua vita, vorrei solo abbracciarla e dirle che la amo».

Durante l’audizione alla Camera la donna ha parlato delle condizioni dei detenuti nelle colonie penali in Russia: «I loro diritti sono costantemente violati. Per questo le persone hanno paura di dire come la pensano, temono di finire in prigione». Ora Sasha rischia di fare la fine di molti altri oppositori di Putin: «Succede sempre così. Dopo il ricorso contro una sentenza, la condanna viene confermata e il condannato viene trasferito. Succederà quasi sicuramente anche a lei, nonostante i suoi problemi di salute. Se dovesse accadere, diventerebbe molto più difficile comunicare con lei, anche attraverso le lettere. Oltre ad avere un difetto cardiaco, mia figlia è celiaca e ha bisogno di un’alimentazione adeguata. Inoltre dovrebbe essere seguita anche da uno psicoterapeuta». Nonostante le difficoltà, Nadezhda Skochilenko continua a battersi. Ma deve farlo lontano dalla Russia, dove sarebbe a rischio: «Mi sono trasferita a Parigi, dove vivono un’altra mia figlia e i miei nipoti». La sua speranza è però che possa tornare nella sua terra: «Ho vissuto lì tutta la mia vita, è il mio Paese. Vorrei tornarci, ma temo che non mi sia rimasto così tanto tempo. Non so quanti anni mi restano, ma finché sarò viva parlerò di quanto sta succedendo a mia figlia».

Di Giacomo Chiuchiolo

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