Natale da record: 605 alberi di Natale accendono le notti di una villetta di Rinteln – IL VIDEO
In una piccola cittadina tedesca, la famiglia Jeromin ha trasformato la propria casa in una foresta di alberi di Natale
Natale da record: 605 alberi di Natale accendono le notti di una villetta di Rinteln – IL VIDEO
In una piccola cittadina tedesca, la famiglia Jeromin ha trasformato la propria casa in una foresta di alberi di Natale
Natale da record: 605 alberi di Natale accendono le notti di una villetta di Rinteln – IL VIDEO
In una piccola cittadina tedesca, la famiglia Jeromin ha trasformato la propria casa in una foresta di alberi di Natale
In una piccola cittadina tedesca, la famiglia Jeromin ha trasformato la propria casa in una foresta di alberi di Natale
L’albero di Natale è il cuore pulsante del focolare domestico durante le festività natalizie, il suo sbrilluccichio fa sognare adulti e piccini riscaldando l’atmosfera nelle fredde giornate di fine dicembre. Nella casa di Susanne e Thomas Jeromin, a Rinteln (Bassa Sassonia), esiste una vera e propria foresta di alberi di Natale che ogni anno attira famiglie e visitatori da tutta la Germania. I Jeromin, infatti, hanno tappezzato la loro dimora di 180 metri quadri con ben 605 alberelli e 120mila palline di dimensioni variabili, oltre a 42mila luminarie e un numero imprecisato di decorazioni. Per i due gli addobbi di Natale sono una cosa da prendere seriamente, una missione di vita, e ancora una volta hanno conquistato il Guinness World Record, l’anno scorso avevano preparato 555 alberi e nel 2021 invece erano 444.
Tutto ha avuto inizio 8 anni fa quando “Toto” (Thomas) ha cominciato a collezionare abeti di plastica per hobby e col tempo, inaspettatamente, ha trasmesso questa vocazione alla famiglia: nel 2016 si contavano già 110 alberi. Da allora, ogni anno la famiglia si “gode” ben 8900 ore di pura magia natalizia, questo è il tempo che Thomas, cuoco di 58 anni, sua moglie Susanne, infermiera geriatrica di 57 e la figlia Laura dedicano alla loro più grande passione. Dopotutto, i preparativi cominciano nel mese di giugno quando gli abeti in plastica vengono spacchettati e posizionati per tutta la casa cercando di sfruttare al meglio ogni anfratto – camera da letto, bagno e mansarda inclusi; solo nel soggiorno se ne contano 94. Così, ogni giorno fino a dicembre, una volta rincasati da lavoro sono tutti impegnati a decorare la casa, talvolta con addobbi anticonvenzionali: “Si può davvero appendere qualsiasi cosa all’albero”, dice Thomas Jeromin. “Di recente ho acquistato uno stock di 40 infradito in un negozio e ora ho un albero di Natale decorato con le infradito”. L’unica regola è quella di spegnere le luminarie delle camere da letto prima di coricarsi per permettere alla famiglia di prendere sonno. Sebbene si possa sospettare una bolletta molto salata, in realtà le lucine sono tutte a LED e l’anno scorso hanno speso 89 euro. Non solo alberi, dentro il “paese delle meraviglie invernali” ci sono anche dei villaggi di Natale in miniatura con tanto di neve e interscambi ferroviari. Infine, come da tradizione, le lucine si spengono dopo l’epifania e il 6 gennaio ha inizio lo smontaggio. In compenso, per Pasqua non sono previste decorazioni e la famiglia può riposare per 5 mesi.
Guardando alla genesi di questa tradizione millenaria non stupisce affatto che il destino abbia scelto Thomas e Susanne. Già nel 2000 a.C. i sempreverdi venivano considerati simbolo di vita eterna e rinascita e con l’arrivo del solstizio d’inverno era usanza dei celti decorarli con frutta, noci e monete per assicurarsi un anno fruttuoso. Successivamente gli antichi romani adottarono questa tradizione adornando case e templi alla stessa maniera per poi celebrare il solstizio d’inverno con la festa dei Saturnali. Nel XVI sec. i cristiani tedeschi preparavano l’albero di Natale associandolo al culto di San Bonifacio e la tradizione popolare vuole che sia proprio Martin Lutero il primo ad averlo addobbato con delle candele accese. San Bonifacio, invece, era un missionario che nel 724 d.C. abbatté a colpi d’ascia la quercia sacra di Thor con l’obiettivo di fermare i sacrifici umani, al suo posto vi crebbe un abete triangolare che fu in seguito associato alla trinità. Nei secoli a venire quest’usanza fu adottata da tutte le popolazioni nordiche, anche se l’albero di Natale ebbe un riconoscimento internazionale quando si diffuse nei palazzi della nobiltà europea nel XIX sec. anticipando il giorno dell’apertura dei regali che prima d’allora avveniva alla vigilia di Capodanno. Nel 1984 la Corte Suprema degli Stati Uniti D’America riconobbe l’albero di Natale, le renne e Babbo Natale come simboli laici della festività invernali e oggi gli alberelli sono un’industria mondiale dal valore di 2 miliardi di dollari.
di Angelo Annese
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