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Nell’occhio del ciclone Melissa, l’uragano che ha colpito i Caraibi con venti a 300 km/h

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In volo nell’occhio dell’uragano Melissa. Lunedì 27 ottobre, un equipaggio della US Air Force Reserve ha attraversato la furia del ciclone – IL VIDEO

Nell’occhio del ciclone Melissa, l’uragano che ha colpito i Caraibi con venti a 300 km/h

In volo nell’occhio dell’uragano Melissa. Lunedì 27 ottobre, un equipaggio della US Air Force Reserve ha attraversato la furia del ciclone – IL VIDEO

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Nell’occhio del ciclone Melissa, l’uragano che ha colpito i Caraibi con venti a 300 km/h

In volo nell’occhio dell’uragano Melissa. Lunedì 27 ottobre, un equipaggio della US Air Force Reserve ha attraversato la furia del ciclone – IL VIDEO

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In volo nell’occhio dell’uragano Melissa. Lunedì 27 ottobre, un equipaggio della US Air Force Reserve ha attraversato la furia del ciclone – classificato di categoria 5 sulla scala Saffir-Simpson – affrontando venti fino a 282 chilometri orari per raccogliere dati destinati al National Hurricane Center (NHC). Si tratta del più potente uragano mai registrato dal 1851, anno d’inizio delle rilevazioni: un fenomeno paragonabile solo a Dorian (2019) e all’uragano del Labor Day del 1935.

Finora, sette le vittime accertate lungo la sua scia: tre in Giamaica, durante i preparativi per la tempesta, tre ad Haiti e una nella Repubblica Dominicana. Dopo giorni di oscillazioni tra la categoria 3 e la 5, attorno alle 13 ora locale (18 in Italia) di ieri Melissa ha colpito in pieno la Giamaica, sferzando la costa con venti che hanno raggiunto i 300 km/h. La prima città investita è stata New Hope, nel sud-ovest dell’isola. I danni sono stati ingenti: scoperchiato il tetto dell’ospedale di Black River dove i pazienti erano stati portati ai piani superiori proprio per scampare alla furia dell’acqua. Tre ore dopo, un blackout totale ha lasciato oltre 530 mila persone senza elettricità: ponti, strade e linee elettriche gravemente compromessi hanno isolato intere aree del Paese. Le autorità hanno dichiarato lo stato di “calamità nazionale”, mentre le comunicazioni restano frammentarie a causa dei guasti alla rete.

Declassato a categoria 3, Melissa ha poi proseguito la sua rotta verso nord-ovest, raggiungendo Cuba attorno alle 4 del mattino (ora italiana) con venti fino a 195 km/h. Le autorità hanno disposto l’evacuazione di oltre 735 mila persone, nel timore di inondazioni catastrofiche: sono attesi fino a 50 centimetri di pioggia sull’est dell’isola e 65 centimetri nelle aree montuose.

Secondo i meteorologi, la forza devastante del ciclone è dovuta al prolungato stazionamento sull’oceano caldo: Melissa ha infatti stazionato per quasi una settimana sopra il Mar dei Caraibi, dove le temperature superficiali erano di due gradi superiori alla media stagionale.

Di Angelo Annese

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