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Nord Stream 2 resta chiuso, l’alternativa di Scholz

Far capire a Putin che in Europa c’è chi dice no: il cancelliere tedesco Scholz ha declinato l’invito del presidente russo di aprire il gasdotto Nord Stream 2.
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Nord Stream 2 resta chiuso, l’alternativa di Scholz

Far capire a Putin che in Europa c’è chi dice no: il cancelliere tedesco Scholz ha declinato l’invito del presidente russo di aprire il gasdotto Nord Stream 2.
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Nord Stream 2 resta chiuso, l’alternativa di Scholz

Far capire a Putin che in Europa c’è chi dice no: il cancelliere tedesco Scholz ha declinato l’invito del presidente russo di aprire il gasdotto Nord Stream 2.
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Far capire a Putin che in Europa c’è chi dice no: il cancelliere tedesco Scholz ha declinato l’invito del presidente russo di aprire il gasdotto Nord Stream 2.
Vladimir Putin è quel tipo di capo di Stato che non tollera un «no». Abituato com’è a dettare (la propria) legge e a mettere in imbarazzo i suoi stessi collaboratori, non accetta che qualcuno possa in qualche modo rifiutare una sua proposta. Il capo del Cremlino ci ha provato anche con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. «Volete più gas dalla Russia? Aprite Nord Stream 2». Stavolta, però, è arrivata una risposta per lui assai fastidiosa: «Nein». Il presidente russo sa che i Paesi europei stanno attraversando un periodo di difficoltà energetica a causa delle sanzioni imposte a Mosca. Così ha esortato il cancelliere tedesco ad attivare il gasdotto che la Germania ha bloccato. Scholz, però, ha gentilmente declinato l’invito. E ha studiato un’alternativa per accantonare e dimenticare definitivamente Nord Stream 2. L’esponente socialdemocratico ha rispolverato il vecchio progetto MidCat, concepito nel 2013 per portare il gas dal nord Africa all’Europa via Spagna e Francia e abbandonato sei anni dopo per le rimostranze di alcuni gruppi ambientalisti. Scholz ha riesumato quel dossier, in passato preso in considerazione anche dall’Ue, e ne ha modificato la rotta. Nelle sue idee, ora, il percorso dell’oro azzurro coinvolgerebbe Portogallo, Spagna, Francia ed Europa centrale per arrivare dritto a Berlino. Il cancelliere ha avviato colloqui interlocutori col primo ministro portoghese, António Costa, col premier spagnolo, Pedro Sánchez, col presidente francese, Emmanuel Macron, e col presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sostenendo che il progetto andrebbe intrapreso in nome della sicurezza energetica del blocco dei 27. «Un tale gasdotto allevierebbe enormemente la situazione dell’approvvigionamento», ha spiegato Scholz durante una conferenza stampa. Le parole del cancelliere tedesco successore di Angela Merkel sono state accolte favorevolmente da Costa, che su Twitter ha assicurato che la Germania può contare «al 100%» sull’impegno del governo portoghese per costruire il gasdotto. La proposta è stata valutata positivamente anche dal ministro spagnolo della Transizione ecologica, Teresa Ribera, che ritiene «fondamentale» che le interconnessioni non rimangano una questione bilaterale. A frenare, in queste ore, sembrerebbe però essere la Francia che secondo il quotidiano spagnolo “El País” «ha versato un secchio di acqua fredda sul progetto». Era stata von der Leyen, lo scorso maggio, a chiedere la ripresa del progetto MidCat, affermando che avrebbe avuto un’importanza geopolitica. Vedremo se il pressing di Scholz su Portogallo, Spagna e (soprattutto) Francia potrà essere decisivo per realizzare l’infrastruttura. E per far capire a Putin che in Europa c’è chi dice no. Di Filippo Merli

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