Penetrazione ucraina a Belgorod e offensiva russa di primavera
Penetrazione ucraina a Belgorod e offensiva russa di primavera. Sulla scia del tentativo fallito lo scorso maggio, la Federazione Russa sta preparando le riserve per un altro tentativo di sfondamento
Penetrazione ucraina a Belgorod e offensiva russa di primavera
Penetrazione ucraina a Belgorod e offensiva russa di primavera. Sulla scia del tentativo fallito lo scorso maggio, la Federazione Russa sta preparando le riserve per un altro tentativo di sfondamento
Penetrazione ucraina a Belgorod e offensiva russa di primavera
Penetrazione ucraina a Belgorod e offensiva russa di primavera. Sulla scia del tentativo fallito lo scorso maggio, la Federazione Russa sta preparando le riserve per un altro tentativo di sfondamento
Penetrazione ucraina a Belgorod e offensiva russa di primavera.
Ternopil’ – Le Forze armate ucraine hanno consolidato il proprio controllo in aree sempre più consistenti della regione russa di Belgorod. Ciò non riguarda più soltanto le zone limitrofe a Zhuralevka, che gli ucraini occupavano già da mesi. Ma anche quelle attigue ai villaggi di Popovka, Demidovka e Prilesye confinanti sia con l’oblast’ ucraina di Sumy che con quella russa di Kursk.
Organizzazione e velocità di tale blitz riprovano come proprio da quest’ultimi territori della Federazione Russa gli ucraini si siano ritirati ordinatamente. Seguendo un assetto logico-strategico. In continuità con l’operazione Kursk. Come in tal caso, infatti, il fine principale della penetrazione ucraina a Belgorod resta tuttora quello di preservare i territori di Sumy da sortite nemiche. Come quella che lo scorso maggio fu contenuta a Vovchansk e ben oltre Lyptsi.
Se le Forze armate del Tridente fossero state circondate nel modo descritto da Donald Trump e Vladimir Putin, certamente l’azione-lampo che le ha portate a irrompere a Belgorod non avrebbe potuto aver luogo in tal modo. Come ha recentemente spiegato anche l’esperto militare Ivan Stupak, in tale incursione Kyiv ha infatti impiegato risorse minime provenienti proprio dal Kursk. Ritirate con ordine e come descrivemmo a suo tempo dal campo su queste pagine, tanto da poter esser definita a sua volta una ‘micro-operazione Kursk’.
Proteggere Sumy, distogliere l’attenzione delle truppe russe da altri fronti e mandare all’aria i piani d’altre offensive russe restano i capisaldi degli ucraini. Iniziativa con cui sono riusciti a creare in pochi giorni a Belgorod una buffer zone di dimensioni maggiori. Rispetto a quella che attualmente controllano nel Kursk. Come ha sottolineato ieri il presidente Zelenskyj, la Federazione Russa sta infatti preparando le riserve per un altro tentativo di sfondamento del fronte. Sulla scia di quello fallito lo scorso maggio.
Il capo del Centro ucraino per la lotta alla disinformazione Andriy Kovalenko ha riferito che i russi potrebbero similmente tentare l’assalto già nelle prossime settimane, concentrando su una sezione del fronte fino a 50-60mila soldati. Ciò potrebbe riguardare anche un eventuale aumento della pressione sul fronte opposto meridionale. Interessando pure l’impiego delle truppe nordcoreane. Alcune riprese ad alta risoluzione diffuse nelle scorse ore in Rete mostrano infatti il trasferimento delle unità d’artiglieria pesante nordcoreane “Koksan” nella parte settentrionale della Crimea. Ciò potrebbe indicare un loro possibile coinvolgimento nei combattimenti non più mirato alla difesa del suolo russo – secondo l’accordo siglato dai dittatori di Mosca e Pyongyang – ma in operazioni offensive direttamente sul territorio ucraino.
Sfruttando quel consistente contingente, la nuova offensiva primaverile russa potrebbe aver luogo contemporaneamente su più direzioni. Considerato che la gittata dei “Koksan” è di circa 40 chilometri, basta osservare una qualsiasi mappa per capire che russi e nordcoreani potrebbero attaccare anche Dnipropetrovsk o tentare l’affondo su Zaporizhzhia e Kherson. Per queste ragioni, operazioni diversive ucraine come quelle condotte nel Kursk o a Belgorod assumono valenza rilevante.
Le tattiche russe in quei territori sembrano rimanere per ora invariate: ondate d’expendable vengono mandate a bordo di quad, motociclette o a piedi (talvolta con asini al seguito) verso le posizioni ucraine o interi villaggi per poi nascondersi nelle case, nelle rovine e negli scantinati in modo da trincerarvisi ed esercitare una pressione costante. Per complicare il supporto logistico a tali sortite, le Forze armate ucraine impiegano sempre più sovente attacchi a lungo raggio.
I piani militari russi prevedono entro il 2025 un aumento dell’organico di 150mila unità. Chiaramente tutte quelle unità non saranno trasferite a combattere in Ucraina ma ciò riprova ancora una volta come Vladimir Putin abbia in mente tutto tranne la pace.
Di Giorgio Provinciali
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