Abbiamo appreso nei giorni scorsi che il Pnrr ci porterà nei prossimi anni a investire in formazione con l’assunzione, fra le altre cose, di nuovi ricercatori che siano almeno per il 40% donne. In pochi evidentemente, fra cui questo giornale, pensano ancora che l’unico criterio debba essere quello di scegliere i più bravi, ma la storia dei ‘ghetti di genere’ garantiti per legge a vari livelli è ormai lunga.
Chi scrive, ad esempio, da anni non riesce a esercitare pienamente il proprio diritto di voto per ciò che riguarda la doppia preferenza, rifiutandosi di effettuare la seconda scelta sulla base del criterio imposto per legge del ‘meno peggio’ di genere opposto al primo candidato prescelto. Difficile ascoltare filosofi e giuristi à la page porre la questione di costituzionalità della norma, posto che il primo problema dell’Italia non sono coloro che la Costituzione non la conoscono, ma tutta quella folta schiera di intellettuali e politici che pur avendola letta non l’hanno proprio capita.
Due articoli de “La Ragione” paventavano l’eventualità che si potesse arrivare in breve tempo alle quote stabilite in base al colore della pelle. In realtà sta già succedendo, posto che il mese scorso l’English Touring Opera (Eto), una delle più importanti compagnie liriche britanniche, ha deciso di non rinnovare il contratto per la prossima stagione a quattordici dei suoi ‘storici’ musicisti, bianchi, per fare spazio a orchestrali di colore. «L’Eto si è impegnato ad aumentare la diversità della sua squadra. Nonostante gli apprezzabili progressi realizzati, diamo la priorità all’aumento di diversità nell’orchestra», chiare l’ente musicale britannico in una nota. James Conway, direttore dell’Eto, ha risposto alle polemiche cercando di scaricare la responsabilità della scelta sull’Arts Council of England. La decisione, osserva Conway, sarebbe «conforme alle ferree direttive dell’Art Council stesso, principale finanziatore delle tournée dell’Eto». I neri avranno anche il ritmo nel sangue, ma si fa notare che in Italia nelle audizioni e nei concorsi per orchestra le prove si effettuano dietro a una tenda, onde evitare le distorsioni dovute alla eventuale conoscenza diretta fra i candidati e i membri della commissione giudicante. Chissà fino a quando ancora, sarebbe il caso di osservare.
di Fabio Torrembini
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