Quando l’artista deraglia
Jorit Agoch (nome d’arte di Ciro Cirullo), lo street artist napoletano forse più famoso al mondo, ha stupito il mondo chiedendo a Putin una foto insieme
Quando l’artista deraglia
Jorit Agoch (nome d’arte di Ciro Cirullo), lo street artist napoletano forse più famoso al mondo, ha stupito il mondo chiedendo a Putin una foto insieme
Quando l’artista deraglia
Jorit Agoch (nome d’arte di Ciro Cirullo), lo street artist napoletano forse più famoso al mondo, ha stupito il mondo chiedendo a Putin una foto insieme
Jorit Agoch (nome d’arte di Ciro Cirullo), lo street artist napoletano forse più famoso al mondo, ha stupito il mondo chiedendo a Putin una foto insieme
Se l’immaginario collettivo finisce sui muri, questa volta Jorit Agoch (nome d’arte di Ciro Cirullo), lo street artist napoletano forse più famoso al mondo, ha stupito il mondo e non per la qualità delle sue produzioni artistiche, che pure sono molto apprezzate.
“Volevo chiederle un favore, se è possibile fare una foto con lei, per mostrare all’Italia che lei è un essere umano come tutti e che la propaganda diffusa in giro è falsa”: è la frase che Jorit ha rivolto qualche ora fa a Vladimir Putin, durante la premiazione al Festival della Gioventù di Sochi, il più grande forum giovanile al mondo. Lo stesso artista napoletano ha chiesto a Putin se l’arte “può essere uno strumento per connettere i Paesi e le nazioni“, poi c’è stata la stretta di mano e la foto della disillusione, con Putin che ha ribadito la vicinanza della Russia all’Italia, passaggio che sa di propaganda, a dieci giorni dalle elezioni presidenziali russe.
Jorit ha realizzato un murale in onore di Ornella Muti su un edificio del villaggio olimpico della città sul Mar Nero, che ha ospitato i Giochi invernali del 2014 e si è recato con la famosa attrice italiana (e la figlia, Naike Rivelli) per l’inaugurazione del murale. Sempre Jorit non è alla prima prova di vicinanza a Putin: era già stato attaccato la scorsa estate per aver realizzato su un palazzo bombardato di Mariupol – città ucraina devastata dalle bombe russe – un murale di una bambina che nelle iridi mostrava i colori della bandiera della Repubblica Popolare del Donetsk, circondata da due missili con la scritta “Nato”.
Insomma, un’immagine manifesto del suo pensiero, ricordando che la Repubblica Popolare del Donetsk è lo stato fantoccio che controlla il Cremlino. Inoltre Jorit aveva già lavorato in Russia: cinque anni fa su un palazzo di Odincovo aveva dipinto il volto di Jurij Gagarin il cosmonauta sovietico che è stato primo uomo nello spazio durante la missione del 12 aprile 1961 a bordo della Vostok 1. Ma almeno allora non c’era uno stato di guerra, non c’era stata l’invasione dell’Ucraina voluta da Vladimir Putin, non c’era stata ancora la morte di Navalny. Anche se il processo di eliminazione degli avversari di Putin era già iniziato da tempo.
di Nicola Sellitti
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