
Quel che è ragionevole chiedere ai liberali tedeschi
La politica tedesca è più seria di quella Italiana. Il governo federale della Germania si regge sul consenso della Fdp, il partito liberal-democratico tedesco. Nell’elaborazione del piano di governo i Liberali hanno insistito su temi economici, opponendosi a maggiori tasse e deficit.
| Esteri
Quel che è ragionevole chiedere ai liberali tedeschi
La politica tedesca è più seria di quella Italiana. Il governo federale della Germania si regge sul consenso della Fdp, il partito liberal-democratico tedesco. Nell’elaborazione del piano di governo i Liberali hanno insistito su temi economici, opponendosi a maggiori tasse e deficit.
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Quel che è ragionevole chiedere ai liberali tedeschi
La politica tedesca è più seria di quella Italiana. Il governo federale della Germania si regge sul consenso della Fdp, il partito liberal-democratico tedesco. Nell’elaborazione del piano di governo i Liberali hanno insistito su temi economici, opponendosi a maggiori tasse e deficit.
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La politica tedesca è più seria di quella Italiana. Il governo federale della Germania si regge sul consenso della Fdp, il partito liberal-democratico tedesco. Nell’elaborazione del piano di governo i Liberali hanno insistito su temi economici, opponendosi a maggiori tasse e deficit.
Il governo federale della Germania si regge sul consenso determinante della Fdp, il partito liberal-democratico tedesco. Nei lunghi negoziati per l’elaborazione del programma di governo, i liberali hanno insistito molto sui temi economici, opponendosi per esempio a maggiori tasse e a maggior deficit.
La politica tedesca è assai più seria di quella italiana e a Berlino i programmi concordati si rispettano. Anche in Germania, tuttavia, quando le circostanze cambiano significativamente, i programmi possono essere rivisti. Le recenti, esplicite minacce militari di Putin costituiscono una circostanza che obbliga tutti gli europei a riconsiderare le loro precedenti posizioni. Putin ha usato senza infingimenti l’arma energetica per ricattare l’Unione europea, che oggi dipende in misura significativa dal gas russo, come l’Opec fece col petrolio nel 1973.
Questa situazione di oggettiva vulnerabilità, che resterà immutata in assenza di grandi cambiamenti politici a Mosca, obbliga l’Ue a prendere le misure necessarie per ridurre la sua dipendenza energetica. In queste circostanze, ‘uscire’ dal nucleare aggrava il problema invece di risolverlo e rinunciare a studiare le nuove opzioni tecnologiche in materia di mini-centrali nucleari significa prolungare la vulnerabilità europea. Dobbiamo certamente raddoppiare o triplicare i Gw di rinnovabili, ma questo oggi non basta. Non è un problema ecologico né economico ma strategico.
In secondo luogo, la Germania rifiuta di assumere un ruolo militare più significativo. Fa bene perché ben pochi europei desiderano un riarmo tedesco, ma fa male a non proporre con convinzione un riarmo europeo, d’intesa con Francia e Italia, e a porre la questione di un deterrente nucleare comune. In terzo luogo, mi pare che l’entrata in funzione del gasdotto Nordstream debba essere subordinata a un credibile accordo sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina così come al rispetto degli accordi vigenti sul gas che già transita per il gasdotto ucraino, nel quadro di relazioni con la Russia basate sulla cooperazione e non sulle minacce.
Mi sembrano queste tre considerazioni di senso comune, che speriamo i liberali tedeschi – non legati a tradizioni antinucleari né a rapporti privilegiati con Mosca, ma da sempre europeisti e atlantici – sappiano porre con forza nel dibattito in seno al governo federale a Berlino, con maggiore credibilità dei ‘verdi’, antinuclearisti ideologici, e dei socialdemocratici, il cui ex leader siede nei consigli di amministrazione di Putin.
di Ottavio Lavaggi
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