Regime di morte
Il regime del terrore al potere a Teheran da troppo tempo ormai continua lungo l’unica strada che conosce: quella della morte, della paura per la paura.
| Esteri
Regime di morte
Il regime del terrore al potere a Teheran da troppo tempo ormai continua lungo l’unica strada che conosce: quella della morte, della paura per la paura.
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Regime di morte
Il regime del terrore al potere a Teheran da troppo tempo ormai continua lungo l’unica strada che conosce: quella della morte, della paura per la paura.
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Il regime del terrore al potere a Teheran da troppo tempo ormai continua lungo l’unica strada che conosce: quella della morte, della paura per la paura.
Come tutti i regimi sottoposti a una pressione straordinaria – orrendi e disumani di loro – il regime del terrore al potere a Teheran da troppo tempo ormai continua lungo l’unica strada che conosce: quella della morte, della paura per la paura.
Non faremo più neppure l’elenco delle notizie strazianti, dei particolari ributtanti. Sono troppi e non aggiungono nulla a un rosario di nefandezze che non sembra conoscere fine. Basta ed è d’avanzo la prima delle esecuzioni capitali per ‘disordini’ di cui abbiamo saputo ieri. Uno schifo senza fine.
In realtà, una gigantesca dimostrazione di debolezza e impotenza. Un regime che si appoggia ai peggiori in casa e ha scelto l’alleato più debole ed esposto fuori, Vladimir Putin. Un regime che continua a invocare Dio e lo bestemmia giorno dopo giorno.
L’Occidente – noi – abbiamo il dovere di continuare la nostra pressione morale e diplomatica, nella speranza di poter accelerare un’implosione che è nei fatti.
Non nei tempi, purtroppo, perché quelli dipendono da una molteplicità di fattori difficilissimi da concatenare. Come insegna la Storia, l’agonia di un regime basato sul terrore può essere tutt’altro che breve. Troppa la paura di chi ha commesso troppo, per far sì che le forze della libertà possano prendere impunemente il sopravvento. Inutile illudersi, dunque, su quanto ci vorrà a vedere quelle ragazze e quei ragazzi liberi di vivere come desiderano, anche se non c’è dubbio alcuno su dove sia diretto il motore della storia anche nell’antica e gloriosa Persia. Nel mentre, non spegniamo i riflettori. Mai, neppure per un istante.
di Fulvio Giuliani
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