Le grandi potenze del mondo, come un Amarcord, hanno ripreso a smuovere le acque del dinamismo globale. Principale interesse l’India, le armi e le nuove tecnologie.
Ritorno al passato, con varianti. Da mesi Stati Uniti e Russia, le grandi potenze del mondo che fu – quello diviso in due blocchi e crollato con il disfacimento dell’Unione Sovietica – hanno ripreso a muoversi con dinamismo nel risiko globale. La partita, ovviamente, è cambiata e lo scacchiere multipolare del 2021 con nuovi protagonisti mondiali nel gioco del potere (Cina e India, per fare due nomi), richiede maggiore raffinatezza diplomatica e tattica rispetto ai tempi della Guerra fredda.
Anche per questo Vladimir Putin, lunedì, alla vigilia del vertice di ieri con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha incontrato il primo ministro indiano Narendra Modi. Di temi di reciproco interesse Mosca e Nuova Delhi ne hanno infatti parecchi e i maggiori ruotano attorno a tre macro settori: le armi, le nuove tecnologie e l’energia.
Cominciamo dall’ultimo. L’India, nei consessi green che vanno disegnando un futuro sempre più verde per il pianeta, è spesso additata come la cattiva, una sorta di diavolo che non vuole rinunciare a fonti inquinanti come il carbone. Se il green non fosse diventato (anche) un’ideologia non ci vorrebbe molto ad accorgersi che, essendo ancora un Paese povero, l’India di carbone pro capite ne consuma ancora poco, avendo un’industrializzazione concentrata in poche aree del Paese. Di certo, quanto a energia la Russia può dare una mano a Modi, visto che a Mosca le fonti non mancano e vendere è una manna per l’economia russa.
Detto dell’energia, restano gli altri due settori: il tecnologico e il militare. Sul primo per usi civili gli indiani sono molto avanti mentre la Russia ha buoni numeri sulla ricerca tecnologica per usi militari. Considerando che da sempre l’India si trova tra le file dei Paesi non allineati, un dialogo e uno scambio in questi tre settori oggi giova a entrambi. È vero, l’India fa anche parte del Quad, il patto a 4 con Stati Uniti, Australia e Giappone in chiave di contenimento della Cina. Ma proprio per questo Putin, che con Pechino ha buoni rapporti, potrebbe essere utile a raffreddare le tensioni indo-cinesi.
Quanto al presidente russo, è evidente che un dialogo con l’India alla vigilia del vertice con Biden ha il sapore di un messaggio politico: la Russia c’è. Ma – segni di vita a parte – come è andato ieri il vertice tra Biden e Putin? Durato un paio d’ore, ha avuto al primo punto dell’agenda l’Ucraina. Gli Usa temono un’invasione russa (anche se la Cia ha spiegato di non aver la certezza inequivocabile che ciò accadrà, seppure i segnali ci siano: militari russi, linee di rifornimento e unità mediche al confine) e Putin vuole scongiurare un allargamento a Est della Nato. Biden non mollerà la difesa americana e occidentale dell’integrità del territorio ucraino, anche con pesanti sanzioni economiche alla Russia nel caso di un’invasione.
Come negli scacchi, però, più che la parola conta la mossa. Vedremo quale sarà la prossima di Putin.
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