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Sensibilità diverse fra coste atlantiche

Boris Johnson, Donald Trump. Quanto pesano le menzogne dei leader politici sul consenso e il sostegno del elettorato? 
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Sensibilità diverse fra coste atlantiche

Boris Johnson, Donald Trump. Quanto pesano le menzogne dei leader politici sul consenso e il sostegno del elettorato? 
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Sensibilità diverse fra coste atlantiche

Boris Johnson, Donald Trump. Quanto pesano le menzogne dei leader politici sul consenso e il sostegno del elettorato? 
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Boris Johnson, Donald Trump. Quanto pesano le menzogne dei leader politici sul consenso e il sostegno del elettorato? 
  Machiavelli sosteneva che la politica, cioè la ragion di Stato, non è limitata da normali vincoli morali. Per il Principe, il fine giustifica i mezzi. Qualche secolo dopo, Carlo Cattaneo tuttavia diceva: «Senza tensione morale, la politica è solo brigantaggio». Oggi in Gran Bretagna il premier Boris Johnson, che ha sulle spalle due gravi ‘colpe’ politiche storiche – aver convinto gli inglesi nel 2016 che il Brexit fosse un «buon affare», per poi illuderli nel 2020, prima dell’arrivo del vaccino, che l’immunità di gregge fosse preferibile al contenimento del virus rischia adesso di doversi dimettere ignominiosamente per una colpa ‘etica’ banalissima: la partecipazione, in epoca di confinamento obbligatorio, a un garden party dello staff nel cortile del numero 10 di Downing Street. A Londra, città di cui è stato un buon sindaco, dicono che Bojo abbia «una relazione del tutto occasionale con la verità». Il suo ex ministro David Davis oggi ne chiede le dimissioni, ripetendo l’invito che fece cadere Chamberlain nel 1939: «In the name of God, go!». Sarà interessante vedere se per gli inglesi contemporanei rimane un limite serio all’ipocrisia e alla menzogna in politica. Stando ai sondaggi, parrebbe di sì: l’opposizione labourista, senza aver mosso un dito, è data in vantaggio per 11-13 punti sui conservatori. Ancor più interessante, ma assai meno probabile, sarà verificare se la medesima regola continua ad applicarsi ai ‘cugini’ americani: Bill Clinton, che fu un ottimo presidente, fu quasi costretto a dimettersi per il flirt con la stagista non già per la relazione in sé quanto per aver mentito in materia. Ora, se la relazione di BoJo con la verità è realmente occasionale, possiamo dire che quella di Trump è proprio inesistente. Eppure i sondaggi mostrano i repubblicani in forte vantaggio sui democratici, in vista delle elezioni di mid-term a novembre. La Procura di New York si appresta a incriminare Trump per falso, in quanto Trump imprenditore aveva l’abitudine di valutare i propri immobili per cifre elevatissime quando si trattava di chiedere prestiti o coperture assicurative, e per valori infimi quando si trattava di pagare le tasse. Stando ai sondaggi, tali accuse non sembrano avere effetto per i seguaci del Donald e neppure il fatto che il loro idolo sia stato il primo presidente americano a tentare un ‘colpo di Stato’. L’Europa assiste indignata ai ricatti di Putin e sorpresa dal neoisolazionismo americano. Piuttosto che indignarsi o sorprendersi, credo sia il caso di attrezzarsi per un nuovo ordine internazionale in cui il ‘brigantaggio’ rischia di prevalere. Su quel fronte, che implica diverse politiche energetiche e di difesa, purtroppo prevale ancora in Europa un silenzio assordante. di Ottavio Lavaggi

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