Sindaci rapiti per avere città asservite
| Esteri
In queste ore, in Ucraina, vengono sequestrati sindaci e amministratori comunali e sostituiti con omologhi fantoccio. Un atto di terrorismo che conferma che dagli errori del passato non si è imparato nulla.

Sindaci rapiti per avere città asservite
In queste ore, in Ucraina, vengono sequestrati sindaci e amministratori comunali e sostituiti con omologhi fantoccio. Un atto di terrorismo che conferma che dagli errori del passato non si è imparato nulla.
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Sindaci rapiti per avere città asservite
In queste ore, in Ucraina, vengono sequestrati sindaci e amministratori comunali e sostituiti con omologhi fantoccio. Un atto di terrorismo che conferma che dagli errori del passato non si è imparato nulla.
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La storia si ripete. In queste ore, in Ucraina, vengono sequestrati sindaci e amministratori comunali, sostituendoli con omologhi fantoccio. Durante il fascismo si sostituivano i primi cittadini con i podestà. Dagli errori del passato non si è imparato nulla. Gli invasori russi sono alla ricerca di sindaci di cartapesta che con un certo imbarazzo si mostrano alle telecamere leggendo testi per loro preparati; l’intenzione è quella di incutere terrore e offrire una posticcia parvenza di normalità.
Tutto questo è, di fatto, un atto di terrorismo. I sindaci legittimi vengono rapiti. Si fa loro una proposta di collaborazione. Se rifiutano, vengono rilasciati. Gli si risparmia la vita, il minimo sindacabile, ma li si priva di ogni dignità politica.
Così è capitato a Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol il quale, dopo aver rifiutato di collaborare con gli occupanti, è stato scambiato con nove prigionieri. Il presidente Zelensky gli ha conferito la medaglia dell’Ordine del Coraggio. Nello stesso momento, un altro sindaco, Viktor Tereshchenko, primo cittadino di Velykoburlutska, veniva arrestato dalle truppe nella regione di Kharkiv.
Un’immagine ci deve inorgoglire: mentre i militari russi strappavano le bandiere dai balconi degli uffici dei sindaci ucraini, in Italia i sindaci sostituivano le bandiere regionali con quelle dell’Ucraina. Un segno tangibile della nostra solidarietà. Quando incappa in errori che spesso si trasformano in orrori, la storia non deve ripetersi. Spetta a ognuno di noi che ciò non avvenga.
Di Matteo Grossi
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