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Maggioranza solida, politica meno

È un momento complicato per il primo ministro Keir Starmer: un’insoddisfazione in chiave inglese tra le mura del partito e in tutto il Paese

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Maggioranza solida, politica meno

È un momento complicato per il primo ministro Keir Starmer: un’insoddisfazione in chiave inglese tra le mura del partito e in tutto il Paese

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Maggioranza solida, politica meno

È un momento complicato per il primo ministro Keir Starmer: un’insoddisfazione in chiave inglese tra le mura del partito e in tutto il Paese

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È un momento complicato per il primo ministro Keir Starmer: un’insoddisfazione in chiave inglese tra le mura del partito e in tutto il Paese

Londra – È un momento complicato per il primo ministro Keir Starmer. Circa metà degli elettori esprime insoddisfazione per il suo operato iniziale, aggravato dalle scelte difficili degli ultimi mesi come i tagli alla spesa pubblica, le tensioni estive e gli inevitabili scandali che ormai fanno parte del panorama politico.

Uno dei temi caldi è il bilancio che Rachel Reeves, cancelliera dello Scacchiere, presenterà a fine ottobre. Starmer ha già detto che non ci saranno ulteriori aumenti delle tasse per chi lavora, ricordando la promessa di non toccare le imposte sul reddito, l’assicurazione nazionale o l’Iva. Ma il contesto non è semplice: l’eredità lasciata dai conservatori è pesante, con un buco di 22 miliardi di sterline nel bilancio, prigioni in condizioni disastrose e un sistema sanitario nazionale (Nhs) praticamente in ginocchio.

Nel frattempo non mancano i problemi interni al partito. Alcuni dei sindacati più importanti stanno spingendo per cancellare una delle decisioni più controverse prese da Reeves: quella di limitare i sussidi per il riscaldamento invernale ai pensionati più poveri. I sindacati chiedono più investimenti nei servizi pubblici e una tassa sui più ricchi, per redistribuire meglio le risorse. Questo riflette il malcontento di una parte della base laburista, che si sente sempre più distante dalle scelte economiche della leadership.

In aggiunta Starmer è stato coinvolto in uno scandalo riguardante i doni ricevuti dai politici, episodio che rientra in una dinamica ormai consolidata. L’uso degli scandali come strumento per distrarre dai problemi reali, influenzare l’opinione pubblica e minare la fiducia nei governi è un tormentone noto. I media amplificano per riempire le prime pagine con titoli sensazionalistici, alimentando così le polemiche. Sebbene le donazioni non siano certo una novità e riguardino prevalentemente i deputati conservatori, la notizia ha comunque avuto un impatto negativo sull’immagine del partito laburista, non immune alla pratica. Nonostante i tentativi di prendere le distanze dalle critiche, personalità come l’ex cancelliere ombra John McDonnell hanno evidenziato come tali scandali stiano erodendo la credibilità del partito.

Un’altra questione delicata riguarda i tagli ai servizi pubblici. Starmer ha ribadito che questi settori sono già stati colpiti duramente dai governi conservatori e che non possono sopportare ulteriori riduzioni senza compromettere la loro capacità di servire i cittadini, eppure – malgrado abbia ribadito a più riprese che verranno potenziati piuttosto che ridotti – molti temono che anche qui possa esserci una retromarcia.

Nonostante le difficoltà iniziali di Starmer, il sistema politico britannico offre una stabilità consolidata e difficilmente queste polemiche potranno minare una maggioranza parlamentare solida come quella attuale, che dovrebbe garantire al governo cinque anni di mandato senza troppe complicazioni. Tuttavia, alla lunga la sfida sarà convincere non soltanto i sostenitori laburisti ma anche l’elettorato più ampio (ancora scettico) e dimostrare che le scelte difficili prese oggi – dai tagli alla spesa pubblica alle riforme strutturali – non solo sono inevitabili ma miglioreranno il Paese.

di Alessandra Libutti

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