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Taylor Swift e i timori dei trumpisti

Ci sono molte ragioni per credere che la popolarità di Taylor Swift potrebbe tradursi in una forte spinta elettorale, contro Trump
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Taylor Swift e i timori dei trumpisti

Ci sono molte ragioni per credere che la popolarità di Taylor Swift potrebbe tradursi in una forte spinta elettorale, contro Trump
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Ci sono molte ragioni per credere che la popolarità di Taylor Swift potrebbe tradursi in una forte spinta elettorale, contro Trump
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Ci sono molte ragioni per credere che la popolarità di Taylor Swift potrebbe tradursi in una forte spinta elettorale, contro Trump

I giovani elettori americani pensano che il presidente Joe Biden sia troppo vecchio, provano indignazione per le conseguenze umanitarie della guerra di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza, sono frustrati dalle promesse non mantenute (a causa della Corte suprema) di una cancellazione dei debiti contratti con il sistema dei prestiti universitari.

Secondo alcuni osservatori c’è una persona che potrebbe aiutare Biden a ritrovare la fiducia dell’elettorato giovane: Taylor Swift, la pop star che da anni domina la scena statunitense, non soltanto nel campo dello show business. L’anno scorso il suo tour di concerti ha registrato numeri da record – al punto che c’è chi sostiene che abbia aiutato gli Stati Uniti a evitare la recessione – mentre le sue apparizioni alle partite della National Football League (Nfl) per seguire il fidanzato Travis Kelce (giocatore dei Kansas City Chief) gonfiano gli ascolti del campionato e aumentano il giro d’affari della squadra di Kelce. Il ‘fattore Swift’ è tale che quando su X sono circolati dei deepfake porno con il volto della pop star (peraltro scatenando la furia dei fan), Elon Musk si è affrettato a farli sparire come non era mai successo con nessun contenuto precedente.

Ci sono dunque molte ragioni per credere che la sua popolarità potrebbe tradursi in una forte spinta elettorale. In base a un sondaggio di “Newsweek”, circa il 18% degli elettori statunitensi afferma che sarebbe più propenso a votare per un candidato sostenuto da Swift. Sebbene le sue canzoni non siano caratterizzate politicamente, in passato la pop star ha mostrato le sue simpatie per i Democratici e ha esortato i fan a partecipare comunque alle elezioni, al di là delle preferenze. Nel 2016 si morse la lingua e non appoggiò Hillary Clinton, ma nel 2020 ha sostenuto apertamente Biden, come tante altre celebrities. Inoltre, la sua antipatia per le affermazioni di Donald Trump è nota, pertanto negli Stati Uniti ci si chiede se stavolta questa trentaquattrenne originaria di un minuscolo paesino della Pennsylvania si getterà direttamente nella mischia, con tutte le miserie che ciò comporterebbe.

Swift si distingue tuttavia dalle star progressiste che vogliono ‘educare’ i fan insegnando loro come stare al mondo, cosa pensare, come vivere la propria sessualità. Lei è difficile da attaccare, non suscita irritazione, piace anche a chi non ascolta le sue canzoni. Per questo a destra la temono. “Fox News” e gli altri media che sostengono Trump le stanno lanciando contro un’offensiva retorica, con tanto di teorie del complotto, trasformando uno dei simboli di maggior successo degli Stati Uniti di oggi in un bersaglio delle aspre guerre culturali del Paese. Uno dei fattori scatenanti delle polemiche degli ultimi giorni è il bacio di Swift al suo fidanzato sul campo di Baltimora (dopo la qualifica per il Super Bowl dei Kansas City Chief), un’immagine molto americana ripresa da tutti i media: secondo i cospirazionisti farebbe parte di un complotto per far vincere Biden che coinvolge anche la National Football League. In realtà gli esperti calcolano che la presenza di Taylor Swift al Super Bowl in programma il mese prossimo (non ancora confermata poiché la sera prima sarà a Tokyo per un concerto) – potrebbe far aumentare gli spettatori da 115 a 130 milioni, con effetti significativi sugli introiti degli sponsor. Trump per ora non commenta. Un conto è insultare ‘Sleepy Joe’, tutta un’altra storia andare contro Taylor Swift.

di Federico Bosco

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