Emmanuel Macron ha parlato ieri al telefono con Vladimir Putin per discutere della crisi ucraina. Il colloquio fra il presidente francese e il leader russo è durato molto, oltre un’ora nella quale Macron ha impiegato tutto il proprio aplomb diplomatico nel tentativo di convincere Putin a lavorare a una de-escalation della crisi, rilanciando soprattutto l’attuazione degli accordi di pace di Minsk del 2015.
Il quadro di riferimento è quello del cosiddetto “Formato Normandia”: il dialogo fra Russia, Ucraina, Francia e Germania nato dopo la guerra del Donbass nel 2014, in occasione delle celebrazioni del D-day – in Normandia, appunto – e che portò l’anno seguente agli accordi di Minsk. E l’aplomb di Macron pare per ora aver funzionato visto che dopo aver bocciato le risposte scritte della Nato con le parole del ministro degli Esteri, Sergei Lavrov – «una risposta così ideologica» e concentrata sul cosiddetto «scopo speciale» ed «eccezionalismo» dell’Alleanza Atlantica – il Cremlino ha fatto sapere che il “Formato Normandia” prosegue.
«Tenendo conto dei risultati della riunione dei rappresentanti dei quattro Paesi del “Formato Normandia” (Francia, Germania, Russia e Ucraina) tenutasi a Parigi il 26 gennaio – si legge nella nota russa che ha fatto seguito alla telefonata Macron-Putin – è stata confermata dal presidente russo Vladimir Putin e dal presidente francese Emmanuel Macron l’intenzione di proseguire il lavoro di Russia e Francia in questo formato». Non è la vie en rose ma resta comunque un passo avanti.
di Jean Valjean
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