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Le tensioni a Kaliningrad mettono in guardia la Nato

Le tensioni a Kaliningrad, exclave russa tra Polonia e Lituania, potrebbero portare la guerra in un Paese Nato. Senza una soluzione negoziale, l’Alleanza dovrà decidere se entrare in campo o meno.
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Le tensioni a Kaliningrad mettono in guardia la Nato

Le tensioni a Kaliningrad, exclave russa tra Polonia e Lituania, potrebbero portare la guerra in un Paese Nato. Senza una soluzione negoziale, l’Alleanza dovrà decidere se entrare in campo o meno.
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Le tensioni a Kaliningrad mettono in guardia la Nato

Le tensioni a Kaliningrad, exclave russa tra Polonia e Lituania, potrebbero portare la guerra in un Paese Nato. Senza una soluzione negoziale, l’Alleanza dovrà decidere se entrare in campo o meno.
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Le tensioni a Kaliningrad, exclave russa tra Polonia e Lituania, potrebbero portare la guerra in un Paese Nato. Senza una soluzione negoziale, l’Alleanza dovrà decidere se entrare in campo o meno.
«A Kaliningrad sta accadendo ciò che si temeva e si poteva prevedere all’inizio della guerra: un’estensione del conflitto che riguarda un membro Nato, ma anche una crisi che ne genera a sua volta delle altre. Quanto stiamo osservando nella ex Koenigsberg, che ha dato i natali al filosofo Emmanuel Kant, è la quintessenza delle tensioni e degli squilibri geopolitici che stiamo vivendo in Ucraina, perché si intrecciano vari problemi storici». Come ricorda Orietta Moscatelli, analista di “Limes” esperta di Russia e caporedattrice di “Askanews”, «Kaliningrad è un’exclave russa, già prussiana fino al 1945, che ha una valenza strategica altissima per Mosca, un pezzo di Russia incuneata tra Polonia e Lituania che sono anche i due Paesi più sentitamente antirussi». La decisione del governo di Vilnius di bloccare il passaggio delle merci russe ha scatenato la reazione del Cremlino che ora minaccia azioni concrete. Non una risposta diplomatica, dunque, ma la difesa di un territorio che è a tutti gli effetti una parte della Federazione Russa. Moscatelli osserva che «la Russia potrebbe iniziare con il taglio delle forniture elettriche alla Lituania, che però è già pressoché autonoma dalle forniture da Mosca; potrebbe rispondere con una misura uguale e contraria al blocco delle merci, con un embargo via mare. Ma l’azione più temuta è una no fly zone oppure il ventilato blocco del corridoio di Suwalki: un confine di 104 km tra Lituania e Polonia, considerato “il tallone d’Achille della Nato”». L’Alleanza Atlantica si potrebbe trovare nella condizione di decidere se difendere un suo Stato membro. «È lo scenario peggiore» prosegue Moscatelli, autrice del libro di prossima uscita “Putin e putinismo in guerra”(Salerno editore). «Sicuramente oggi Putin non può far finta di nulla perché la ‘sua’ Russia ha sempre sostenuto la difesa di tutti i russi ovunque si trovino, anche all’estero e quindi a maggior ragione a Kaliningrad che è un vero e proprio pezzo di Russia. Una reazione del capo del Cremlino ci deve essere e in questo momento la soluzione negoziale appare alquanto difficile, specie di fronte all’escalation di minacce alla quale assistiamo quotidianamente» conclude l’analista.   Di Eleonora Lorusso

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