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Terremoto Pornhub: la fuga dei capi del porno

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Mentre si moltiplicano le accuse di avere pubblicato video senza consenso o addirittura di minori, i vertici di Pornhub si dimettono. 

Terremoto Pornhub: la fuga dei capi del porno

Mentre si moltiplicano le accuse di avere pubblicato video senza consenso o addirittura di minori, i vertici di Pornhub si dimettono. 
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Terremoto Pornhub: la fuga dei capi del porno

Mentre si moltiplicano le accuse di avere pubblicato video senza consenso o addirittura di minori, i vertici di Pornhub si dimettono. 
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Pornhub è un clamoroso esempio di successo commerciale, capace di imporsi e realizzare numeri straordinari in un settore non esattamente privo di concorrenza o in cui si possa tecnicamente inventare qualcosa di nuovo. Grazie anche a una serie di acquisizioni di siti una volta concorrenti, di fatto oggi è l’hub mondiale del porno. Da quello “professionale” al vero core del business, l’homemade. Un erotismo non propriamente raffinato e d’autore, realizzato da interpreti amatoriali per puro esibizionismo o per soldi. Questa macchina quasi perfetta, in grado di funzionare sempre e ovunque, rischia una brusca frenata con l’annuncio delle dimissioni con effetto immediato dell’amministratore delegato Feras Antoon e del direttore operativo David Tasillo. I due resteranno azionisti ma si allontanano dalle responsabilità legali del grande affare.

E qui si approda ai punti oscuri della galassia, in cui è difficilissimo tutelarsi da eventuali casi di revenge porn ma anche di “semplici” e volgari spiate della propria privacy. Con i server allocati in luoghi misteriosi è pressoché impossibile far valere i propri diritti, mentre si moltiplicano le accuse di avere pubblicato video senza consenso o addirittura di minori. Per tacere delle “categorie” in cui, al netto della palese finzione, si mostrano violenza o atti di umiliazione. Sul futuro del business, dunque, non è lecito aver dubbi; altra faccenda il destino di chi si è arricchito e tenderà sempre più a mascherare la propria identità in mille scatole cinesi.

di Marco Sallustro

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