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Totti a Mosca: capitano, oh mio Capitano

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Francesco Totti alla fine ha scelto di andarci a Mosca, per ritirare un premio ignoto ai più e soprattutto un bell’assegno, di cui si favoleggiano i sei zeri

Totti a Mosca: capitano, oh mio Capitano

Francesco Totti alla fine ha scelto di andarci a Mosca, per ritirare un premio ignoto ai più e soprattutto un bell’assegno, di cui si favoleggiano i sei zeri

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Totti a Mosca: capitano, oh mio Capitano

Francesco Totti alla fine ha scelto di andarci a Mosca, per ritirare un premio ignoto ai più e soprattutto un bell’assegno, di cui si favoleggiano i sei zeri

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Francesco Totti alla fine ha scelto di andarci a Mosca, per ritirare un premio ignoto ai più e soprattutto un bell’assegno, di cui si favoleggiano i sei zeri.

Tutto siamo tranne che moralisti sui guadagni delle grandi stelle – benché all’apparenza spropositati per noi comuni mortali – che siano star dello sport o dello spettacolo.
Qui, però, lo sport non c’entra un fico secco e – ci sia consentito dirlo con profondo rispetto, ma con decisione nei confronti di un campione che abbiamo sempre ammirato e amato per il suo attaccamento anacronistico a una sola maglia – si è trattato solo di andare a fare bancomat.

Ancora una volta, in condizioni normali felicissimi per lui! Ma in Russia, adesso, con tutto quello che è significato per il mondo l’azzardo criminale di Putin non solo contro un Stato sovrano, ma soprattutto contro un’intera popolazione trasformata in bersaglio, era proprio necessario?

Proprio inevitabile mettere in gioco la propria storia, il proprio nome, la propria faccia e il proprio mito sportivo per farsi accogliere da superstar in un Paese che da tre anni è stato espulso dal consesso delle nazioni civili e cerca disperatamente di rientrarvi?

Ecco, quello che fatichiamo proprio a comprendere nella scelta del capitano (sì, per noi resterà sempre tale) è l’essersi prestato in qualche modo a un narrazione in cui si fa finta che tutto sia normale e che la guerra non sia mai avvenuta o che almeno a farla scoppiare non sia stato il padrone di casa.

Questo è uno di quei casi in cui vorremmo tanto che fossero i soldi a essere il problema…. Che Totti la domenica scendesse ancora in campo a regalarci quei brividi per i quali non smetteremo mai di volergli bene. Però in Russia – oggi – proprio non lo capiamo.

di Fulvio Giuliani

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