Trump, Kerry e il soccorso democratico a Biden
| Esteri
Il candidato repubblicano per la Casa Bianca 2024 sarà Donald Trump e la risposta di Biden non lascia dubbi: la sfida fra i due si consumerà senza esclusione di colpi
Trump, Kerry e il soccorso democratico a Biden
Il candidato repubblicano per la Casa Bianca 2024 sarà Donald Trump e la risposta di Biden non lascia dubbi: la sfida fra i due si consumerà senza esclusione di colpi
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Trump, Kerry e il soccorso democratico a Biden
Il candidato repubblicano per la Casa Bianca 2024 sarà Donald Trump e la risposta di Biden non lascia dubbi: la sfida fra i due si consumerà senza esclusione di colpi
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AUTORE: Massimiliano Lenzi
Gli Stati Uniti del giorno dopo le primarie repubblicane in Iowa si risvegliano con due certezze (o quasi). Il candidato repubblicano per la Casa Bianca 2024 sarà Donald Trump e il frontman democratico sarà il presidente attuale, Joe Biden. Le parole dello stesso Biden all’indomani del trionfo di Trump alle primarie in Iowa sono un chiaro segnale politico al proprio fronte e agli americani: «A questo punto è il chiaro favorito dell’altro campo», e ogni riferimento è ovviamente a The Donald.
L’intervento di Biden insiste molto sui rischi per la democrazia americana di una vittoria di Trump e segna, di fatto, quello che già si era intuito sin dagli albori di questa campagna elettorale: la sfida fra i due si consumerà senza esclusione di colpi. Il ritorno, quattro anni dopo, della stessa battaglia politica del 2020 è del resto ormai una certezza pure nel campo democratico dove è ormai chiaro a tutti che l’uomo che dovrà battere i repubblicani sarà ancora Joe Biden.
Una consapevolezza che ha già innescato alcune mosse per sostenere al meglio il presidente. Anzitutto il ritorno in campo dell’ex inquilino della Casa Bianca Barack Obama, che non si sta risparmiando per attirare ai democratici il voto dei più giovani, stando ad alcuni sondaggi piuttosto delusi dalla ricandidatura di Biden. Il protagonismo di Obama mira inoltre anche a rafforzare l’immagine della squadra democratica, considerata la debolezza politica della vice di Biden Kamala Harris. Obama non è il solo della famiglia che si sta spendendo per The Joe visto che pure la moglie di Barack, Michelle, ha già fatto sapere di passare notti insonni per paura d’una vittoria di Trump. Oltre ai due Obama è poi sceso in campo un altro peso massimo dei democratici, rinunciando all’incarico di inviato per il clima degli Usa, allo scopo di dare una mano alla campagna di Biden. Si tratta di John Kerry, già candidato democratico alle presidenziali del 2004.
L’operazione politica democratica, insomma, è evidente: dare il massimo sostegno a Joe Biden perché il duello politico è aperto e non è più tempo per dei distinguo di lana caprina, del tipo «Ma è troppo vecchio». Oltre alle squadre, ovviamente, il cuore del duello elettorale Usa saranno i temi. Speriamo – non solo per l’America ma per il resto dell’Occidente – che non saranno troppo interni ma anche rivolti a un mondo scosso da guerre e da autoritarismi belligeranti. Dopo la vittoria in Iowa, per dirne una, Trump ha fatto sapere che appena insediato risolverà la guerra in Ucraina e quella fra Israele e Hamas. Speriamo non con un modello stile Afghanistan: il ritiro.
di Massimiliano Lenzi
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