Trump vince anche in Arizona e in Nevada: sale a 312 il numero dei grandi elettori. Mercoledì l’incontro con Biden
Ucraina, consigliere Trump: “La Crimea è persa”. Mercoledì l’incontro allo Studio Ovale con Biden. Tensioni per le politiche migratorie del tycoon e prime manifestazioni a New York
Trump vince anche in Arizona e in Nevada: sale a 312 il numero dei grandi elettori. Mercoledì l’incontro con Biden
Ucraina, consigliere Trump: “La Crimea è persa”. Mercoledì l’incontro allo Studio Ovale con Biden. Tensioni per le politiche migratorie del tycoon e prime manifestazioni a New York
Trump vince anche in Arizona e in Nevada: sale a 312 il numero dei grandi elettori. Mercoledì l’incontro con Biden
Ucraina, consigliere Trump: “La Crimea è persa”. Mercoledì l’incontro allo Studio Ovale con Biden. Tensioni per le politiche migratorie del tycoon e prime manifestazioni a New York
Ucraina, consigliere Trump: “La Crimea è persa”. Mercoledì l’incontro allo Studio Ovale con Biden. Tensioni per le politiche migratorie del tycoon e prime manifestazioni a New York
Donald Trump strappa voti anche in Nevada (è il primo candidato presidenziale repubblicano dal 2004) e in Arizona, portando il numero dei grandi elettori a 312 e incassando la sospensione del processo per l’assalto al Capitol (un presidente in carica non può essere perseguito). Intanto alcune città americane sono in fermento e da New York a Washington, da Seattle a Portland, si organizzano cortei di protesta per la vittoria del tycoon.
Sull’Ucraina, le dichiarazioni del consigliere di Donald Trump, Bryan Lanza, non lasciano dubbi: “La Crimea è persa”, ha dichiarato alla Bbc, aggiungendo che la nuova amministrazione Usa si concentrerà sul raggiungimento della pace in Ucraina e non sul ripristino dell’unità territoriale del Paese. “Da Zelensky ci si aspetta una visione realistica della pace – ha continuato Lanza – se venisse al tavolo a dire che la pace ci sarebbe solo con la Crimea ci mostrerebbe di non essere serio”.
Mercoledì Joe Biden riceverà Trump nello Studio Ovale per attuare una transizione pacifica, mentre sale la tensione per le temute politiche migratorie che il tycoon aveva già promesso in campagna elettorale. Secondo il Wall Street Journal, i consiglieri di The Donald starebbero valutando una possibile dichiarazione di emergenza nazionale, nel primo giorno di insediamento, che potrebbe consentire l’utilizzo dei fondi della Difesa, strutture militari per la detenzione e aerei militari per le espulsioni.
La futura amministrazione starebbe anche valutando diversi modi per incoraggiare gli immigrati a lasciare volontariamente il Paese, forse rinunciando a un divieto di 10 anni per il rientro. Secondo l’ultima stima dell’American Immigration Council, le deportazioni di massa dell’attuale numero di immigrati clandestini negli Stati Uniti (11 milioni secondo una stima governativa, 20 milioni secondo Trump) potrebbe costare 968 miliardi di dollari nel giro di dieci anni. “Non è una questione di costi – ha dichiarato recentemente il tycoon – non abbiamo scelta”.
Di Matilde Testa
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