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Musk e Twitter per ora solo tagli

Twitter, per ora solo tagli

Dopo l’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari, Elon Musk è pronto ad un taglio del personale di circa 3.700 dei propri 7.500 dipendenti. Un inizio tutt’altro che confortante.
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Twitter, per ora solo tagli

Dopo l’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari, Elon Musk è pronto ad un taglio del personale di circa 3.700 dei propri 7.500 dipendenti. Un inizio tutt’altro che confortante.
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Twitter, per ora solo tagli

Dopo l’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari, Elon Musk è pronto ad un taglio del personale di circa 3.700 dei propri 7.500 dipendenti. Un inizio tutt’altro che confortante.
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Dopo l’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari, Elon Musk è pronto ad un taglio del personale di circa 3.700 dei propri 7.500 dipendenti. Un inizio tutt’altro che confortante.
Sono passati otto mesi da quando Elon Musk, lanciando un semplice sondaggio agli utenti di Twitter, chiedeva se ritenessero che il social rispettasse la loro libertà di parola. Il tutto aggiungendo, quasi beffardo, che le conseguenze di quel voto sarebbero state importanti. Pochi giorni dopo il magnate sudafricano annunciava trionfalmente l’acquisizione del 9% delle azioni dell’azienda, dando il via a un processo che l’avrebbe portato a diventarne il proprietario. Ora che l’acquisizione del pacchetto azionario è terminata, viene da sorridere ripensando a quel “veni, vidi, vici”. Al termine di una trattativa estenuante, da cui ha provato più volte a sfilarsi, Musk ha pagato la piattaforma 44 miliardi di dollari. Cifra monstre, definita eccessiva dallo stesso patron di Tesla. Ora che il social è ufficialmente nelle sue mani, anche le prime scelte manageriali appaiono molto diverse da quella ventata di libertà paventata la scorsa primavera. Stando a quanto riportato dal “New York Times”, l’azienda sarebbe pronta a licenziare 3.700 dei propri 7.500 dipendenti. Inoltre sarebbero in arrivo anche una serie di restrizioni allo smart working, una pratica diventata pressoché totale tra le file del social network dopo la pandemia. Già in seguito all’annuncio dell’acquisizione, Musk aveva licenziato diversi alti dirigenti. Tra questi l’amministratore delegato Parag Agrawal, il responsabile delle finanze Ned Segal e il responsabile degli affari legali Vijaya Gadde. La necessità di tagliare le spese sta generando un taglio dei costi senza mezze misure e ha portato la piattaforma a risparmiare anche su server e servizi cloud offerti. Come se non bastasse, i possibili allentamenti alle regole di moderazione del social – che prevedono anche il ritorno di Donald Trump sulla piattaforma – fanno storcere il naso agli inserzionisti. Tra gli investitori che temono il proliferare di contenuti inopportuni c’è L’Oréal, che ha deciso di interrompere la pubblicità su Twitter. Interpublic, uno dei maggiori gruppi di advertising al mondo, ha consigliato ai propri assistiti di fare lo stesso. Alle prese con tutto questo, Musk ha invitato i partner a «supportarci mentre attraversiamo questa transizione», sottolineando il fatto che le politiche di moderazione dei contenuti (almeno quelle) non sono cambiate. Ironia della sorte, si tratta proprio della promessa con cui aveva dato il via all’acquisizione di Twitter otto mesi fa.   di Alessandro Salgarelli

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