Ucraina-Usa, negoziati finiti a Berlino. Kiev: “Con gli statunitensi colloqui produttivi”. Fonti Usa: “Forti garanzie sicurezza per Kiev”
Donbas alla Russia, l’Ucraina deve lasciare la regione: è questa, in sintesi, la richiesta che Trump – attraverso i suoi inviati – ha ribadito a Zelensky nei colloqui andati in scena a Berlino
Ucraina-Usa, negoziati finiti a Berlino. Kiev: “Con gli statunitensi colloqui produttivi”. Fonti Usa: “Forti garanzie sicurezza per Kiev”
Donbas alla Russia, l’Ucraina deve lasciare la regione: è questa, in sintesi, la richiesta che Trump – attraverso i suoi inviati – ha ribadito a Zelensky nei colloqui andati in scena a Berlino
Ucraina-Usa, negoziati finiti a Berlino. Kiev: “Con gli statunitensi colloqui produttivi”. Fonti Usa: “Forti garanzie sicurezza per Kiev”
Donbas alla Russia, l’Ucraina deve lasciare la regione: è questa, in sintesi, la richiesta che Trump – attraverso i suoi inviati – ha ribadito a Zelensky nei colloqui andati in scena a Berlino
Ucraina, fonti Usa: “Forti garanzie sicurezza per Kiev, Mosca accetterà progetto accordo“
Il progetto di accordo raggiunto durante i negoziati a Berlino con gli ucraini prevede “garanzie di sicurezza molto forti” per Kiev, simili a quelle dell’articolo 5 del trattato Nato. Ad affermarlo è stato un funzionario americano. Parlando con la stampa, il funzionario ha detto di ritenere che la Russia “accetterà” il progetto di accordo, compreso l’impegno sulle garanzie di sicurezza, sulle quali non ha fornito dettagli concreti, assicurando tuttavia che l’Ucraina e i leader europei ne sono molto soddisfatti.
Donbas alla Russia, l’Ucraina deve lasciare la regione. È questa, in estrema sintesi, la richiesta che il presidente degli Usa Donald Trump, attraverso i suoi inviati, ha ribadito al presidente ucraino Volodymyr Zelensky nei colloqui andati in scena a Berlino. Il leader di Kiev ha incontrato ieri e oggi l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e il genero e consigliere di Donald Trump, Jared Kushner.
Durante i negoziati, terminati nel primo pomeriggio di oggi, gli emissari americani hanno chiesto all’Ucraina di rinunciare alla parte della regione del Donbas ancora controllata da Kiev, come ha riferito all’Afp un alto funzionario a conoscenza delle discussioni. In sostanza, Washington rimane legata alla versione iniziale del piano elaborato da Trump. “Vladimir Putin vuole dei territori”. Gli americani dicono che l’Ucraina “deve ritirarsi”, cosa che Kiev rifiuta, ha detto la fonte all’Afp. “È piuttosto sorprendente che gli americani adottino la posizione dei russi su questa questione”, ha aggiunto.
La posizione dell’Ucraina
La posizione di Kiev sul tema è nota. Zelensky, anche ieri, ha ribadito la priorità per l’Ucraina: congelare la linea del fronte e imprimere un’accelerazione al dialogo. Per il presidente ucraino, al momento, l’abbandono del Donbas non sembra un’opzione praticabile. L’Ucraina dovrebbe ritirare le proprie truppe, secondo il piano di Trump, e accettare che la Russia mantenga soldati nelle aree attualmente occupate. A dividere i due schieramenti, una zona smilitarizzata che diventerebbe una sorta di cuscinetto.
La posizione della Russia
Le linee guida stilate da Trump piacciono a Mosca. La Russia, anche nelle ultime ore, ha espresso la sua posizione “in modo molto chiaro” e avrà “decise obiezioni” a qualsiasi emendamento del piano di pace . In una intervista al giornalista favorito dal Cremlino al momento, Pavel Zarubin, il Consigliere per la politica estera del Presidente russo, Yuri Ushakov, ha anche sottolineato che Mosca non accetterà disposizioni “su questioni territoriali” o una trattativa sul Donbas.
Ucraina: “Con gli Usa colloqui produttivi, puntiamo a un accordo entro fine giornata”
“Negli ultimi due giorni i negoziati tra Ucraina e Usa sono stati costruttivi e produttivi, con progressi concreti. Ci auguriamo di raggiungere un accordo che ci avvicini alla pace entro la fine della giornata“. Lo ha scritto in un post pubblicato online – su X – il capo negoziatore ucraino Rustem Umerov.
Inoltre, Umerov invita a “non lasciarsi ingannare da voci e provocazioni” che circolano sui media “con speculazioni anonime”.
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