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Usa, la Corte Suprema spiana la strada alla ripresa delle deportazioni forzate degli immigrati in Paesi diversi dalla loro patria d’origine – IL VIDEO

La settimana è iniziata bene per Donald Trump, anche sul fronte interno. Lunedì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha spianato la strada alla ripresa delle deportazioni forzate degli immigrati in Paesi diversi dalla loro patria d’origine

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La settimana è iniziata bene per Donald Trump, anche sul fronte interno. Lunedì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha spianato la strada alla ripresa delle deportazioni forzate degli immigrati in Paesi diversi dalla loro patria d’origine. Con una maggioranza di sei giudici contro tre, la Corte Suprema ha annullato la sentenza di un tribunale di Boston che chiedeva al governo di dare agli immigrati la possibilità di fare ricorso contro la deportazione. Spiegando alle autorità i rischi di abusi che avrebbero affrontato se fossero stati trasferiti in un Paese terzo.

Immigrati deportati dagli Usa. Il caso coinvolgeva otto persone provenienti da Myanmar, Sud Sudan, Cuba, Messico, Laos e Vietnam

Il caso coinvolgeva otto persone provenienti da Myanmar, Sud Sudan, Cuba, Messico, Laos e Vietnam, che a maggio erano stati prelevati e caricati su un aereo con destinazione ignota. Presumibilmente il Sud Sudan. Trump aveva detto che queste persone erano «il peggio del peggio» tra i criminali. Poiché condannati per reati quali l’omicidio, l’incendio e la rapina a mano armata. Il Dipartimento della Sicurezza Interna ha commentato la sentenza come «una vittoria per la sicurezza del popolo americano».

La causa contro le deportazioni era stata intentata da alcune organizzazioni per i diritti degli immigrati. Una class-action per conto degli otto deportati che cercava di impedire il loro trasferimento forzato. Il giudice di Boston, Brian Murphy, aveva stabilito che il governo non poteva permettere che le autorità statunitensi cedessero la custodia degli immigrati a quelle di un Paese considerato a rischio come il Sud Sudan. Di conseguenza, l’aereo è andato Gibuti per trasferire gli immigrati in una base militare americana locale. Dove restano in attesa di sapere quale sarà il loro destino.

Un’altra vittoria per Trump

La decisione di lunedì è un’altra vittoria per Trump nel suo obiettivo di normalizzare le deportazioni di massa. Lunedì la portavoce della Casa Bianca, Abigail Jackson, ha dichiarato: «La sentenza della Corte Suprema all’ingiunzione di un giudice distrettuale di sinistra riafferma l’autorità del presidente di rimuovere gli stranieri criminali illegali dal nostro Paese. E rendere l’America di nuovo sicura».

Lo scorso mese, la Corte Suprema ha permesso a Trump di porre fine allo status di protezione temporanea per i cittadini venezuelani. Una decisione che riguarda 350mila persone. Sempre a maggio, in un’altra sentenza, i giudici hanno stabilito che il presidente ha il potere di sospendere il programma umanitario che ha permesso a quasi mezzo milione di immigranti provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela di rimanere negli Usa per due anni.

Nel frattempo, una corte d’appello ha stabilito che Trump può mantenere il controllo delle truppe della Guardia Nazionale schierate a Los Angeles per contenere le rivolte contro i controlli anti-immigrazione dell’Ice. Nonostante le obiezioni della sindaca della città e del governatore della California.

di Federico Bosco

Credits video: White House

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