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USA-UE, gli interessi convergono ma le condizioni no: ci si aiuti

Gli interessi dell’UE sono simili a quelli USA, ma non significa “tutti” gli interessi né che le condizioni siano uguali. Ecco perché è legittimo chiedere l’intervento statunitense non solo nella fornitura di gas liquido, ma nella copertura politica per comperarlo altrove.
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USA-UE, gli interessi convergono ma le condizioni no: ci si aiuti

Gli interessi dell’UE sono simili a quelli USA, ma non significa “tutti” gli interessi né che le condizioni siano uguali. Ecco perché è legittimo chiedere l’intervento statunitense non solo nella fornitura di gas liquido, ma nella copertura politica per comperarlo altrove.
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USA-UE, gli interessi convergono ma le condizioni no: ci si aiuti

Gli interessi dell’UE sono simili a quelli USA, ma non significa “tutti” gli interessi né che le condizioni siano uguali. Ecco perché è legittimo chiedere l’intervento statunitense non solo nella fornitura di gas liquido, ma nella copertura politica per comperarlo altrove.
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Gli interessi dell’UE sono simili a quelli USA, ma non significa “tutti” gli interessi né che le condizioni siano uguali. Ecco perché è legittimo chiedere l’intervento statunitense non solo nella fornitura di gas liquido, ma nella copertura politica per comperarlo altrove.

Nella politica internazionale le buone relazioni personali sono utili. Ma immaginare che sia indirizzata dalla corrispondenza d’amorosi sensi è, a dir poco, ingenuo. Contano enormemente la geografia, la storia, gli interessi indisponibili. Un buon rapporto personale può essere utile anche fra avversari, che nondimeno restano avversari. Per queste ragioni è fuorviante osservare l’incontro fra il presidente statunitense e il capo del governo italiano dall’angolo visuale delle loro relazioni personali, della stima reciproca, dell’amicizia e collaborazione fra Draghi e il segretario al Tesoro Yellen. Tutta roba che aiuta, compreso il fatto che si possa parlare senza l’interprete, ma non risolve. È il contorno, non la sostanza. Che, al contrario di quanto in diversi sostengono, con l’aria di dire cosa evidente, consiste nella coincidenza di interessi economici e geostrategici all’interno della famiglia atlantica. Questa è la sostanza forte.

Non tutti hanno deglutito il portato della storia, provando a intorpidire le acque facendo credere che gli interessi “nostri” siano diversi da quelli di “altri”. Grosso errore. La prosperità economica e la democrazia non viaggiano sullo stesso treno, magari in compartimenti diversi: sono il treno. Se le dividi non scegli dove andare, ti fermi. Mezza Europa, fino al 1990, ha dovuto rinunciare alla democrazia, producendo miseria. Da quando è tornato un grado accettabile di libertà l’economia ha preso a correre.

Se guardate un po’ più a Est vedrete l’orrido spettacolo di cosa succede quando una democrazia (imperfetta, come tutte le cose che non sono pessime) non è in grado di difendersi. Se si vuole conservare democrazia e prosperità si deve avere anche la responsabilità di saperle difendere. Ciò significa che libertà e voglia di fare affari sono indissolubilmente legate – qui e ora – all’Unione europea e alla Nato. Questo è lo sfondo dell’incontro, necessario non per darsi qualche pacca a favor di telecamera ma per affrontare quel che divide. Per quel che unisce basta la cena.

Gli interessi dell’Italia sono quelli dell’Ue e degli Usa. Ma questo non significa “tutti” gli interessi né che le condizioni siano uguali. I miei interessi sono diversi da quelli del mio condomino. Gli interessi di un’azienda sono in competizione con quelli di un’altra. E questo libero dispiegarsi di rivalità e differenze ha un effetto cooperativo e unificante perché si svolge dentro l’Ue e la Nato. I cultori delle differenze fanno finta di non sapere (alcuni, altri sono sinceramente ottusi) che questo nostro mondo è il migliore disponibile. Sarà bene tenerselo caro.

Per questa ragione sarebbe un errore catastrofico far passare per una guerra americana – o “di Biden”, come latrano i deboli di comprendonio – la risposta a un’aggressione russa nel continente europeo e ai confini con l’Unione europea. Sicché continueremo a fornire armi all’Ucraina per non commettere quell’errore, per lasciare aperte le vie della diplomazia e per non doverci vergognare di noi stessi, essendo moralmente giusto.

Non volendo lasciare la parola solo alle armi, usiamo anche le sanzioni. Questo costa a noi europei (tedeschi e italiani in modo particolare, non a caso i mercati politici più penetrati dai russi, tanto per non dimenticare il nesso) più di quanto costi agli americani. I nostri interessi convergono, ma le nostre condizioni no. Ecco perché è legittimo chiedere l’intervento statunitense non solo nella fornitura di gas liquido, ma nella copertura politica per comperarlo altrove. E siccome quello europeo e occidentale è la gran parte del mercato delle nostre esportazioni, è buono il momento per ottenere condizioni di maggior favore. Tanto più che i tassi d’interesse muovono verso l’alto e il debito come droga che eclissa ogni male diventa a sua volta un male. Letale per gli assuefatti.

C’è di buono che alla Casa Bianca e a Palazzo Chigi ci sono due persone che ne sono consapevoli. E questo aiuta.

di Davide Giacalone

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