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Verso la sfiducia al governo Barnier, la Francia affronta l’ennesima crisi politica

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Atmosfera elettrica in Parlamento. Alle 18.45 inizieranno le votazioni delle mozioni di censura (sfiducia). L’annuncio previsto intorno alle 20

Verso la sfiducia al governo Barnier, la Francia affronta l’ennesima crisi politica

Atmosfera elettrica in Parlamento. Alle 18.45 inizieranno le votazioni delle mozioni di censura (sfiducia). L’annuncio previsto intorno alle 20

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Verso la sfiducia al governo Barnier, la Francia affronta l’ennesima crisi politica

Atmosfera elettrica in Parlamento. Alle 18.45 inizieranno le votazioni delle mozioni di censura (sfiducia). L’annuncio previsto intorno alle 20

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La speranza di Macron è quella che venga eletto un nuovo premier nelle prossime 24 ore ma il clima è tutt’altro che positivo in Francia, dato che il Paese si avvia all’ennesima crisi politica degli ultimi mesi. Sono due infatti le mozioni di censura (sfiducia) presentate per far cadere il governo Bernier, una promossa dalla sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon con il partito Nouveau Front Populaire e l’altra dall’estrema destra di Marine Le Pen con il Rassemblement National. Il voto dovrebbe concludersi entro le ore 20 di oggi. Perché le mozioni passino, serve la maggioranza di 289 deputati: le due forze insieme arrivano a 316 deputati (rispettivamente 192 e 124 parlamentari), a cui potrebbero aggiungersi anche gli esponenti dell’estrema destra di Eric Ciotti (16). Circa trenta le astensioni necessarie affinché il testo non venga approvato: un numero che, al momento, non sembra raggiungibile.

Una rottura definitiva arrivata dopo che l’esecutivo di minoranza ha deciso di far passare la legge sul budget per il welfare bypassando il voto della Camera bassa. Ciò è stato possibile perché Bernier ha applicato l’articolo 49.3 (lo stesso usato per l’aumento dell’età pensionabile), evitando così la consultazione dei deputati.

Secondo BFM TV, il presidente Emmanuel Macron avrebbe cominciato le consultazioni da Ryad con i suoi fedelissimi, e la sua priorità al momento – stando a quanto riferito dai collaboratori più stretti – è quella di “non apparire senza un governo davanti a Trump, che sarà a Parigi nel weekend per la riapertura di Notre-Dame”. Come ha aggiunto la fonte: “È una questione di credibilità”.

Di Claudia Burgio

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